20101102

T'aspettai.

T'aspettai per del tempo immemorabile.
Sarò stato per questo - mi dissi - che arrivata non ti riconobbi neppure.

20101020

dritto e a dirotto.

semplice. complice. ci trasferiamo poco fuori.
ora che l'impero è caduto, ora che non governo più, che più governerò.
son caduti i petali. le consolle. i party zeppi, i salvadanai zuppi, i mendicanti zoppi.
ma ci trasferiamo poco fuori.

come il fiume che si perde inconsapevole tra le braccia del suo mare.

20101003

Per quanto.

Per quanto la buia sorte m'incateni in collane d'ansia e bracciali di rammarico, sempre pervicace nel mio universo è l'aspirazione di evadere in te.

20100930

spesa.

Filtri nuovi al mio cinismo; Tirapugni non metaforico per gli ambigui; Cannella curatrice per il cuore diabetico; Kg di frutta per rendere utilizzabili camicie taglia S; Macchina dei sorrisi per bulimia sociale; Benzina e fiammiferi per la sede s.i.a.e.; Xanax per allungare il caffè; Masso non levigato per obliare ciclicità; Inno all'odio da leggere al risveglio. La mia lista della spesa è più che ultimata.

20100913

via pasubio e ritorno

la parola finezza racchiude in sè la parola fine. come pure la parola finestra. la mia sete di vittoria è una storia infame. in fame. discussioni di antropologia ed imprenditorialità. fattori di rischio. si gioca a risiko. si gioca e basta. è una finta sul ringhio?

20100831

onde evitare di annegare

Per le coca cole bloccate nelle macchinette lungo la stazione e per i gatti finiti male lungo la tangenziale e per i tatuaggi da cancellare e per le agende lasciate in tram e ritrovate da chi di certo non le potrà capire. Per le labbra screpolate per le mie gabbie ristrutturate per le tv senza segnale e per i doganieri che sanno arrotondare. Leccami le lacrime, feconde piogge acide. Perché ho perso ancora a Space Invaders, perché non trovo più il libro di Lautramont, perché ieri una telefonata ha distratto il mio intento suicida. Asciugami le lacrime che piovono fuori stagione e salvaguarda senza guardare i miei iconici cambi d'aspetto. Blocca le mie furie omicide contro i fotografi senza spessore contro i cantautori senza carisma ed i pittori che non omaggio la cornice. Taci le bestemmie quando non trovo parcheggio e sorreggi la mia bassa autostima ricordandomi che c'è sempre di peggio. Fammi sentire dio quando ti faccio venire e grida ai cieli che ti vibrano le cosce. E polarizza i miei disturbi quando sbaglio al tirassegno e quando mi rassegno fammi capire che non c'è di meglio. Disinfestami la rabbia, convincimi che comprare a rate è una fregatura senza un lavoro fisso e se mi fisso con i detti popolari o se mi trovi a salmodiare oltre lo specchio portami altrove, a far l'amore sui binari dove sotto i piedi ci sta l'edera dove non ci sono bicchieri da interpretare e dove esiste solo quello che voglio vedere.

20100826

accidente

La fossetta del tuo sorriso come la caduta dell'impero romano. Affetti collaterali?
Bruciami dentro. Bruciami d'entro un certo margine. Je suis l'inspiation. Aspetta. Aspettami che ti raggiungo. Su di qualche muro immaginario lessi la storia di una donna in fiore a cui vennero aperti i germogli e che poi scelse di crescere ed appassire lontano da chi la seppe iniziare.

Fugace paura e due bernoccoli. Occhi aperti.
Vestiti e prepara la valigia, siamo in ritardo.

20100708

come me lo spiego.

La mia ottica fissa 50 mm te la raccomando. Siamo una coppia, io e lei. Era da sempre il mio obiettivo. Ora l'ho raggiunto.E' un ottica fissa. a piedi nudi c'è libertà, e lo sai già. Sono senza rancore, ma pensarti mi duole ora che viene l'estate. e tu che segui il mio cammino da due soldi e aspetti il botto alla mia vita. Ho un appuntamento con Gaudì, ce l'ho di lunedì. Che ridere che fa l'accento brasiliano dei musicisti che hanno un che di vissuto e che piacciono alle donzelle. i parchi la notte ci hanno solo a metà.

20100701

ORE di TAG

Mi hai regalato un libro. Rabindranath il nome dell'autore. fa caldo. grido per nascondermi. c'è una parte di me che non può appartenerti perchè è altrove. Non potrà mai esserlo, temo. I miei golgota quotidiani. La fama tra i coglioni. La mia vena impenitente che si fa sentire bene. Le altalene si muovono a dovere. ricordo il teatro dell'assurdo. ricordo un cazzo. C'è una parte di me che non è tua, e mai lo sarà, perchè sempre si trova altrove.

"L'onda non riesce a prendere
il fiore che galleggia:
quando cerca di raggiungerlo
lo allontana.
"

E mi sfiguro.

20100517

what else matters?

Se vivi una vita salutare, hai meno voglia di salutare, perchè capisci che pochi capiscono. Alle 7 di mattina raccogli frammenti di gioventù e ti sorprendi ancora. La risposta la dà Robert Nesta, con la semplicità che sfotte ogni retorica poesia, con una profondità che disarma le paranoie di un età in cui sempre si dice "alla mia età".

"You may not be her first, her last, or her only. She loved before she may love again. But if she loves you now, what else matters? She's not perfect - you aren't either, and the two of you may never be perfect together but if she can make you laugh, cause you to think twice, and admit to being human and making mistakes, hold onto her and give her the most you can."

20100516

ore che le so far gridare tutte

la giornalista titola l' "aria nuova". C'è chi ha il pane e non ha i denti. c'è chi non ha il pane ma ha i denti. problemi di dieta e studi dentistici. devo fingermi distaccato per non essere aggredito, sedicenni seducenti, trentenni tremolanti. voglie e capricci. penso che la cassiera di intimissimi non abbia fatto complimenti disinteressati. e penso che se che la fedeltà è uno stato mentale io abbia un forte mal di testa. la fama si è staccata dalla fame. il mondo gira intorno a carrambachessorpresa. autografi sul reggiseno. non ho il tempo di sorprendere forse solo di stupire. ed una domanda mi tiene dolce compagnia: chi cazzo è Liz Taylor?

20100403

mo ro si ca

Pasqua di resurrezione. Brigante in satirisi acuta che stravolge la donzella dal candido volto. Ma come sa usare bene quelle mani. E poi sotto la luna io rimango in orologio. E mi asciugo sul tuo seno.

Padre Bernardo proviene dalla Colombia. E m'h mandato a Compostela.

20100228

cavalluccio

Quel giorno sentivo il mare al di là delle case. Barcollavo senza ormeggio e danzavo nelle ombre. Ero nei pressi di Pont Morand, da un locale uscivano le note inconfondibili dei Dionysos. Quando bevo vorrei sempre un mare in cui entrare. Molto spesso lo trovo, ma lo vedo solo io. Bernard dice che se una donna non può più essere tua allora lo è stata per sempre. Io faccio fatica a credergli ma di lui mi fido e non posso fare altrimenti. Quella sera, dicevamo, sentivo il mare e non sapevo che da lì a poco sarei rinato in nuove vesti. Tra le foglie cadute fuori stagione al Parc de la Tete d'Or trovai l'indirizzo utopico della mia vittoria. Un cavalluccio marino. Un cavalluccio marino in un parco pubblico, in una grande città. Stecchito e rigido. Trovato da un ubriacone che gioca a fare il poeta o forse da un poeta che gioca a fare l'ubriacone. Ma come è arrivato in quel luogo? perchè si era fatto trovare da me? Il mare c'era. il mare esisteva davvero. Non necessitava più la fantasia. Era un indizio tangibile della sua presenza. C'era solo da migliorarare la vista, nulla più.

I giorni sono passati su ritmi dolci e fuggevoli, orgasmi rapidi, ai bordi delle strade, su di anime sterrate, su vie ancora non tracciate. Io penso a Bernard, al fatto che vorrei ritrovarlo e capire la sua saggezza. E penso a te, che la notte passata mi hai fatto sentire il mare dopo tanto tempo, oltre le corde della mia mondana noia, sotto una luna ingrata e troppo lontana. Nelle orecchie di chi sente senza ascoltare hai fatto tornare la voglia di vivere, ad un corpo senza pretesa hai ridato malizia, con la tua bocca nuova conchiglia, con la pelle mia, fresca a meraviglia.

E' per questo motivo che ho pensato di regalarti proprio quel caro cavalluccio marino, fuori luogo e fuor d'acqua come sempre sono anch'io.

20100210

sempre uguale a mai

non riesco a respirare. ho una kappa sulla testa, non mi fa concentrare. ho un'altra lettera sulle labbra, mi fa volare. i produttori poi cominciano a starmi anche simpatici. matematiche drammatiche che non mi avranno mai. finalmente non penso più alla ruota. la mia sabbia e il tuo calore che hanno inventato un'estate fuori stagione. l'articolo 527 che infrangiamo tutte le notti nei parcogiochi.

forse una vita non può bastare per tutti i progetti che ho, ma di certo questi progetti valgono la vita intera.

20100201

nuo,vità

so che solo l'amore cura le ferite dell'amore. ma è lecito sospettare che la teoria del chiodo e del ripiego costituiscano la maschera e la radice di una relazione fresca e giovane. Luoghi già visti, movimenti, sensazioni, congetture e timori già provati, che si ripresentano come rinnovati ma impossibilmente nuovi.

mi sveglio ma sogno ancora. sento gonfie le labbra. la mia routine è costituita da problemi e adesso che non sembrano esserci, problematizzo la loro assenza. sentimenti forzati, tristi riclicli, autoconvincimenti banali. finalmente qui non c'è niente di tutto questo.

non rappresenti la medicina ad un vecchio male, piuttosto il colore vivo ad un quadro sbiadito. la differenza è notevole, se ci pensi bene. il piccolo infinito che mi fai vivere trova la sua straordinarietà nel suo essere atemporale. non mi ricordi niente, non mi ricordi nessuno. sembri solamente rispondere a domande che non mi sono mai riuscito a porre.

20100117

antologia fedele

"t'ho sviscerato nelle forme e negli usi"

20100103

breve canto del trovatore

accade, quando canto, che io ricordi
quel che cantando volevo scordare.

pustola del cuore mio,
pista di ballo d'ogni mia ventura mentale.

20091229

picche, pecche, pacche (?).

troia da competizione o nascosta dietro la finzione? quello sbagliato per giocare o quello giusto con cui stare. ma che discorsi sono? metto fortis sul giradischi e ascolto fragole infinite. poi andrò ad una grigliata del liceo per sentire qualche capriccio e per evitare qualche sguardo. che bel fiore che sta crescendo. basta aspettare. aspettare non basta.

20091227

hallelujah

baby sono già stato qui.

20091225

gloria in excelsis deo

ho scritto due cazzate sull'amore e altre due sui recinti sudati che stanno a metà tra la tentazione e la concessione. poi le abbiamo cantate mentre cadevano i palazzi. e abbiamo letto che a Beirut ci sono più casinò che in lombardia e che c'è anche più casino per le strade. poi ci siamo guardati in faccia e abbiamo fatto anche dell'altro. poi sono andato da solo in stazione a portare un panettone e uno spumante al ferrotranviere che sta sempre solo dentro la sua gabbia con un televisore e quattro vacche che ci parlano dentro con le gambe accavallate e le labbra gonfie. poi torno da te e tu sei diversa, ti sei fatta la doccia e sembra che il sapone abbia ripulito anche il desiderio di me. io me ne vado perchè ti ho solo spuntato da una lista e forse domani non mi ricorerò nemmeno se il caffè lo prendi normale o ristretto.

20091223

down to the undreground

nel sottobosco della produzione, nel jet-set dell'indipendente.
mi vien da sorridere. leggere i vostri intrallazzi senza imbarazzi.
se solo aveste la tenacia e il masochismo errante che posseggo, saremmo già più là... nel sottobosco della produzione, nel jet-set dell'indipendenza, dell'informazione.

fioca luce in fioco fuoco.

perchè silenziosamente fragile e implicitamente sincero e chiaramente luminoso.

20091213

vinco io

"è un lento scorrere, se soffi via la polvere." aerei e treni. melanconia da competizione. foto ingiallite. nuovi palchi. e le scopate in macchina che meno male esiste il freno a mano e meno male hai capito che non c'è speranza tra di noi. e che se qualcuno mi manca non credo centri la cattiva mira. e il lupo nero che mi cerca e mi nascondo sotto il letto. "correvi su chilometri di scontrini, ma non mi raggiugevi". che fatica (r)esistere.

un uomo in duomo

la solita veggenza da stadio. "uccido il presidente senza il Consiglio della gente".

20091207

e ricucivi i polsi a tutti.

se dovessi uccidermi non potrei vedermi vincente alla fine della corsa. rinnego l'estate passata, dove non c'è nulla da salvare, per via della mia lagna. accettare le intromissioni pidocchiose ridicole pure se piccole, no. vorrei non vedervi mai più. ci riuscirò, a tagliare i fili alla vecchia cornetta e a distruggere ogni schermo.

E NON MI TOCCARE, PERCHè NON TE L'HO CHIESTO.

e chi cazzo ti ha domandato un giudizio sulla mia realtà, come risposta, conosco da solo le mie contraddizioni. fa freddo. e che gelo.sia, allora.

non riesco più a sopportare questo odio.
non riesco più a supportare questa maschera.

20091205

più fragile che mai

vorrei piangere e cavarmi gli occhi perchè non posso uccidervi tutti. il gioco è finito, il film è stato visto, il futuro è lì, ci vado da solo. siete lo sterco, riflesso di specchio sporco. nel 2006 scrivevo "l'epigonia è una brutta malattia". nel 2009 dico la stessa cosa, la musica è cambiata ma non lo spartito. poi giorgio ha cambiato i Canali, e il Sangiovese ha fatto il resto.

poi mi trascinerà per tutta la città... balliamo ancora un pò, la notte aspetterà.

la cervicale

350 persone non sono poche ma sono smaltibili.
il pubblico che non mi merito e che ora è già un ricordo.

20091119

slalom

se avessi le tue stesse armi. e se fossi capace di sognare. se avessi il mordente giusto e se facessi del sesso la mia priorità. se sapessi aspettare con disinteresse e se sapessi ritrovare le parole nascoste. se avessi sete di vita e se fossi meno timido. se potessi bruciare la genetica e se parlassi bene il francese. completerei me stesso.

20091118

l'asessualità e l'assenza di ambizione

sono cose buone e giuste.

20091115

rido senze nido

"È successo un pasticcio totale, una creatura mi ha scippato il cuore, la prego Signore forse lei per favore riesce a farselo ridare." RAPpresenta una strofetta simpatica sena patemi. preciso.

20091114

come

tra incompetenti e poppanti di professione, tra nullafacenti e poco professionali sagome, mi allontanto. e penso che a volte il vuoto abbia un nome e un cognome.

20091112

muovo le molecole immobili

i giornali ci cercano. vogliono le interviste. ci chiedono se possiamo. ci chiedono se possiamo, quando possiamo dedicargli del tempo. noi ci atteggiamo come uomini d'annata dannata. guardiamo l'immaginario caledario, dove gli immaginari impegni si fan largo. di corsa c'è il corso di canto. m-andrenalina prega per me. tre ore di sudore alchemico: in quattro mura, le prove della vita. forse si riuscirà, ragazzi, a tagliare qualche traguardo. tra gli sguardi della gente inosservati e con gli occhiali, tra treni e arei multicolore. ed io mi incattivisco con la vita. perchè vorrei trovar la forza di parlarti, prenderti la mano e portarti via. ma non possiedo un cavallo così lesto, non vesto azzurro, non so tradir chi m'ha tradito, non so mettere ordine tra la confusione sagomale degli amori cerebrali. e poi non ti trovo, impegnata come sei, in balia del clandestino invito - non il mio - che ti fa sentir voluta, bramata, contesa. ma se rimboccherò le maniche non potrò più mangiarmi le mani, imboccando la maniera giusta. quella vincente.

20091109

grazie manuel

dico che miei fiori si sono rovinati, non ho abilità...

e si strappano i muscoli dopo quasi 20 km di corsa, e si stancano le orecchie dopo quasi 20 volte successive d'ascolto della stessa canzone. credo di no. le coppie sono troppo spesso composte da tre elementi. "puoi fingere bene ma sai che hai fame". guardarci al bancone del bar con l'alcol che divide i nostri corpi. la pretesa della priorità cronologica, del destino come garante, della poesia come chiarezza. maledette le metafore e ogni tipo di allusione verbale, di metafisica linguistica. ed io che già ultimavo testi e piazzavo viaggi. dentro al backstage, nelle città dei mangia rane, nella regione delle focacce, nella mia terra dei boschi, nel paese dei tulipani, nella valle dei castelli. quante prioezioni inutili.

"il mio diploma in fallimento è la laurea per reagire".

... ma a chi relegare i dubbi della mia idiozia, le mie paure, i tradimenti che sopprto? sono le parole di manuel che mi tengono compagnia, per quanto se la tiri, mi fa tirar il carro.

nelle ore dopo.

20091108

un mare prosciugato.

Nelle vene la disdetta stempera sudore. il tradimento mi acceca. come tragedia greche, maledetta sia la colpevolezza inconscia. sia maledetto questo corpo. Bloccato come sono dalla morte lenta delle mie canzoni, incremento la perdizione su piedistallo. La mia anima è un mare prosciugato.

20091107

reso conto

penso alle frasi del mio vecchio che fin da piccino mi insegnava la disillusione. diceva che ti puoi fidare solo della sfiducia. e anche che se parti prevenuto sul mondo non ci soffri molto. io invece lo denigravo. cercavo di scollare le mie ali dal terreno ma rimanevo con la faccia sull'asfalto. ora invece ho capito che queste ali sono solo immaginarie. vorrei sapere quanto dista la luna dal mio cuore, e capire l'influenza che ha sui miei umori ed i miei liquidi. e poi imparare ad avere il tuo marcio coraggio. se l'ingratitudine fosse danaro, non avresti problemi ad ottenere ogni cosa voluta. dei ricchi saresti il re, dei re saresti il più ricco.

però io ho una risorsa più grande. sono mosso dall'amore. ogni mia azione ha l'odore del divino. e mentre la più rea delle anime t' ha dato una mano, trova in me il massimo dell'appoggio, quando mi suggerisce di "amare il mio nemico". Perchè io ti sorriderò, proprio come hai fatto tu.

e poi c'è la signorina Con-Fusione che tiene aperte le porte delle voglie, della vita, delle doglie. ma questo è un'altra storia.

20091105

chi non cerca trova.

girogirotondo con qualche grattacapo, trovo ciò che cerco perchè sarò premiato. lasciamo stare la platea! lasciamo stare gli applausi! ciò che contava era trovare. dieci ore di ricerca, guidati dal profumo e da qualche direttiva. "con la testa bucherella". beh alla fine i soldi miei, per delle principesse, non sono niente male. ora che ti sorprenderò sarà difficileprevedere il senso della tua reazione. e poi mi gratterò la nuca del mio imbarazzo, e poi ti guarderò negli occhi per dire qualche fesseria. e poi. ieri ti ho cercata in ogni bar, sotto i tavoli, sui binari giù in stazione. non c'eri. il mio fardello pricipesco lo porterò sempre dietro. ti ho vista a parigi, a pavia, a torino. ti ho sempre incontrata per caso e poi ti ho conoscito qui da me. i giochi del destino mi fa sentire clandestino. "con le suole alate", come il poeta bambino.

attento a ciò che cerchi.
potresti trovarlo.

20091103

j'ai un cœur qui sait quand il a raison...

o forse hai ragione tu? a cedere senza apparente morale alle lusinghe dell'età, della libertà, della possibilità. come sempre accade tutto mi scappa dalle mani, sgretola e dimentica le mie ali. come sempre accade tutto mi finisce dentro all'odio disumano di un rimorso. eppure - forse - la mia esitazione è stata sinonimo di ricchezza e fortuna. avrei mai potuto scorgere, nel delirio in cui mi sarei trovato, tanta beltà? avrei potuto capire, se fossi caduto, le nuove ferite del libertinaggio, che mi avrebbero fatto soffrire in nuove forme? ora sarà bello, sarà, non incontrarci più. il mio gusto per i contorni e per gli schemi. per la sorpresa che cela pretesa. mah, un'altra rondine fatta fuggire nella mala stagione. una rondine diversa da tutte le altre, per leggerezza, leggiadria e grazia. uno spirito arrendevole come il mio non avrebbe resistito due giorni. nemmeno in quelli della inutile e futile "frequentazione" (sia oggi maledetto il corpo e lo spirito del quinquennio aureo, della rivoluzione francese, della rivoluzione studentesca e di ogni forma di libertà dei costumi). non mi frega un cazzo del "bello", parliamoci chiaro. almeno non quello fine a se stesso, sia inteso. io ho bisogno di legami, anche se fingo di respingerli. e possiedo un gusto sadico che paleso soltanto nel salutare.

è stato bello quel che è stato, in fondo è stato tanto, non è stato niente.

"ho messo le mani in tasca
e ho sputato sulla tavola"

20091101

assez vu

le menate sulle mode e sul diverso come compromesso dello stare bene in ogni contesto. branca di ridicoli corrieri del vuoto. E si è disgregato. era un gioco non era un fuoco. (non piangere salame, la suina arriverà). speriamo solo che le frequentazioni della biblioteca non diventino rivalità di sentire e di pensare, senti-mentali quindi. meno male soltanto che Vladimir mi capisce e mi fa apparire come vero direttore artistico, senza dimenticare che la festa delle streghe arriva proprio a pennello, nel momento in cui sono stato stregato dentro una libreria, a cercar libri politici, a trova fumetti regali.


il possesso disperde la passione.

20091029

la cucina che grida "niente" in spagnolo

nella biblioteca ho trovato libri interessanti sulla cucina italiana, sulla religione taoista, sulla critica artistotelica, su chi vola senza elica, su chi predica, su chi s'è perso dentro sè stesso e poi s'è tolto la vita. ragazze moraliste che seguono i cartelli sui balconi non ci fanno fumare, mi fanno imbestialire. in questa torino dal cielo blu senza mille bolle blu mi faccio la barba. non sono abituato a passare la notte in un albergo, con 4 stelle appiccicate male sul soffitto. "ha pure la connessione in stanza". io spero che la connessione non sia quella telefonica, miseria ladra. tour de force dentro la paura. parlami chiaro signorino, parlami chiaro. devo stare appeso al tuo filo? avere un fiasco di sogni. oppure fare fiasco coi sogni. mi son preso gioco di me è ho perso 2-1.

ho lasciato sulla tua porta il mio sorriso
non l'ho più ritrovato da quando son partito

20091028

radar

"mamma dice: non aspetti nemmeno il panettone, dimmi dove te ne vai coglione"

ci vorrebbero adesso le fiabe ed i cartoni natalizi. oggi sono buono. ed ascolto i pisani morendo dalle risate. MA ALATO. che giornata difficile. un cannone a colazione, e la sorpresa delle 10. e la sorpresa delle 12 che spara cannoni in aria e cannoli in pasticceria. per recuperare le forze. ora che posso scegliere ho il lusso di sbagliare ancora. per dio, stai fumando quel drum.

"OK" - dico tra me e me - "sono fregato".

"penso,sfido io, da quanto mi son fatto ho venduto pure il mio motorino nuovo"

20091026

a bè

Alla fonte del re, c'eran tre oche che andavano a bè.
Tre oche, due oche, un'oca, un ochino, un ochè.
Alla fonte del re.

STARE IN MEZZO ALLA GENTE NON è PIù DIVERTENTE
facciamoci un giro nel frullatore.
HO CHIUSO GLI OCCHI DENTRO UN FARO.

20091025

0102

inizia il bando per la festa più stupida dell'anno. "non puoi mancare". io esisto nell'assenza, branco di iene. non verrò a festeggiare la morte di una convenzione lunga 365 giorni. passerò la tanto bramata mezzanotte tra le montagne delle origini (senza avviso) o nella legione straniera (bianco in viso).

dì, Tò: dietro un dito!

preferirei qualcosa di più vagabondo e meno statico. è troppo facile così. preferirei quell'atmosfera di ricerca e di mancanza. cercare ed invetare i posti dove incontrarci di nascosto e consumarci svelti. qualcosa di più adolescenziale, meno maturo e scontato. è troppo facile così. solo perchè io non sono ancora uomo e vorrei frequentare persone non ancora donne, non ancora uomini. ma questo è impossibile perchè la mia "immaturità spirituale" è cugina di quella mentale e fisica.

ma quello che scrivo è più favola che realtà. sono prima di tutto "storie", ancora prima di essere "fatti" sono storie. storie vere, ma pur sempre storie.

e remo (contro). e remo (ancora). da solo sull' eremo. è una gran cosa con - fondersi l'un l'altro. ho masticato semi di mela in onore del disco del maestro che uscirà a novembre. poi ho capito che la geometria metafisica è una scusa intelletuale. infine ho fatto mia l'idea che quando sarò qualcuno diventerò pure qualcosa, e se diventerò qualcosa dimenticherò qualcuno, più di uno!


20091021

mercoledì mattina

10 km di sudore. uscire la mattina a predere le nuvole. le facoltà anacronistiche. il vizio del fumo che va fuori moda. la macchina fotografica senza garage. il diaframma ottico, il diaframma muscolo, i diaframma che sembrano conoscermi. il canto come scienza e la siccità come condanna. le balle di fieno che non ci sono più, i bar che compiono gli anni, i festival elettronici, i concerti da andarci da solo, nessuno da accompagnare. le gite fuori porta, lo shopping come patologia maschile, le canzoni senza senso del gruppo di bergamo. il ricordo un pò tossico della parola "mostriccio". l'inverno che arriva, l'inverno che già c'era, l'inverno da prendere a calci negli stinchi e mandarlo via. le saggezze urbane e le mie teorie del "se mi vuole solo violentare a me non basta". il titolo da perbenista-moralista-succube.di.me.stesso da difendere gelosamente. le auto-citazioni ("la mia paura che ti sembra distacco"); le citazioni in auto ("vorrei dare un nuovo nome, nuova linfa a tutto quel che c'è"). vassoi pieni d'uva verde e viola da mangiare appena lavata. fresca da far contrasto col caldo pungente dei caloriferi. e poi leggo gli antichi greci perchè gli appartengo pure io. ed uno di loro viene analizzatto in maniera da far digrignare i denti e rizzare i peli.

"Eccellente è l'azione che ha in se stessa il suo fine, che cela in sè null'altro che l'azione stessa"

forse era questo che intendevano dirmi quando m'hanno chiamato statega, calcolatore, poco impulsivo, troppo previdente, che si preclude la gioia delle sfumature e non morde il presente perchè ondeggia banalmente tra passato e futuro.

20091019

pev

che idioti questi adulti.
mentre noi siamo il privilegio senza lucro del sentiero aperto.
siamo utili ma incompresi per la sintassi del vostro pensiero.
come i punto e virgola nei temi.

20091017

e scusa, esclusa (...)

ora prendi la tua macchina fotografica e senza troppi imbarazzi vai a fà due foto. la vita è bella. poi torni e ti fai un giro nel parco. alle 5 vai dal fornaio. poi torni passando ancora per il parco. il cinguettio del mattino placa i bassi della gabbia violenta. recuperi il tuo fardello, guardi in faccia la realtà e t'accorgi che i "forse" come da piccino sono "no" più rispettosi. hai finalmente ricordato i giorni i cui erravi senza pensieri e detestavi i piagnistei. che delizia! le strade pastose della francia o le rustiche vie del sud italia. ne galante, nè grezzo e nè romantico e nè spiritoso e nè furbo e nè maturo. semplicemente naturale, come quando si beve l'acqua fresca. poi prendi la bicicletta e devi scordarti di non aver potuto dire o fare. scrivi ancora canzoni, collezioni sorrisi, raffiguri emblemi. sta tranquillo piccolo uomo, "la forza è dentro di te", come dice quelmioamicolì.

20091015

tra zzz e wow.

pedro calderon, portami sulla tua barca. il mio esaurimento ha raggiunto picchi solari. il mio sonno lunghezze astrali. perché adesso che dormo credo di sognare di essere sveglio. vamos.

20091014

ultima

avevo intenzione di digitare, di scrivere, magari di parlare. invece è stato tutto più semplice. per prima cosa ho perduto un amico, perchè con lui non ho mai mentito ma non sono mai stato vero fino in fondo. ed ho capito che come diceva Gilles solo le differenze si somigliano, ed io e lui siamo invece diversamente uguali. poi ho perso anche dell'altro. ho perso il vento di una persona che ho annerito precocemente. e ho perso dell'altro. ho perso un regalo piccolo, forse l'ho perso ballando (tutti vorrebbero una morte così). e ho perso dell'altro. ho chiuso a te nota, la porta in faccia proprio mentre hai ricominciato a bussare.

E poi ho scoperto di essere ancora acerbo. sono rimasto il bebè permaloso e geloso del suo biberon. mi sono seduto sul tasto reset ed ho riavviato tutto, ancora e ancora e ancora. perchè non mi interessa se vuoi ricucire una ferita aperta (io non esisto, sono una proiezione). e nemmeno se quest'altro vuol vedere mostre nella città della moda (vai ad ubriacarti in colonne). e nemmeno se non riesco spiegarti che l'odio è retroattivo e che gioco con il mio cappio d'oro tutte le mattine.

hai voluto scivolare nell'adolescenza confusa di nuove geometrie. hai voluto rinunciare a seguire una precisa via, preferendo giustificazioni poetiche e patetiche. hai voluto portarti dietro altre persone fingendo l'ingenuità. (ma come mi permetto io, a parlare) delirio d'onnipotenza di un INTRUSO senza coerenza.

adesso che vi ho eliminato tutti quanti mi rimane solo il coraggio dell'atto finale. quello cattivo che narrano i libri e i film e i telefilm e le anziane sul ciglio della porta. è banale credere nelle grandi cose, è ridicolo cedere alle piccole. è abominevole tener due piedi in una scarpa. perchè valgo entrambe, le scarpe.

i sogni del chiodo che non sa schiacciare

c'erano degli insetti neri e grossì. alcuni dentro un cestino riposavano dentro polvere bianca, altri in aria incuriosivano i passanti. mi chidevi la mano dopo dei discorsi inutili. tipo sugli esami o sul freddo di stagione. mi mordicchiavi l'indice. era inverno, o qualcosa del genere. era una strada che non avevo mai visto, semi affollata, simile a quella di fianco alla stazione centrale ma meno spettrale e più intima. dietro di noi degli amici cercavano qualcosa. io ero fintamente distaccato e tenevo in fuori il petto per far vedere il fisico. ti dicevo che in quest'anno ho smesso di essere omofobico. tu mi parlavi della presenza scenica sopra un palco drammatico.

drammatico.

20091013

telescopi giganti per seguire le stelle

"Idealistic" nelle cuffie. Mangia Polvere dal profumo tropicale.

come non trovare mai la forza d'affiorare.

io ti ho chiamato per novità interessate e non per novità interessanti. ma non mi hai risposto. mi sono tolto la maschera. mi sono tolto la barba. mi sono tolto i monili. mi sono tolto il talismano e forse l'ho perduto, dove l'ho lasciato? nel week end vicino firenze accoglierà la mia fantasia con la sua Creatività. nel castello delle principesse alcolizzate e dei principi drogati. e poi tornando solo cavalcherò il bivio del tumulto. che tristi queste notti, la sveglia dei sogni strilla alle 4 e mi ritrovo sempre abbracciato al cuscino.

another race of vibrations

20091012

di pelle nera

il meteo dice che da mercoledì la temperatura sì abbasserà di 10°. il termometro confessa la febbre dell'anima. il telefono ribadisce quanto non abbiano significato le parole. il calendario ricorda che ieri è passtao. l'orologio avverte che il ritardo è una convenzione.

ora, s'ascolti bene, non c'è più nulla da ascoltare! c'è un'aria che manca l'aria. e se qualcuno manca, non è colpa della mira. prepariamo un fardello nuovo (lenta-mente va-ligia) e partiamo verso un posto isolato, dove la pioggià la si accoglie con fragore e dove il sole sa colmare le distanze. MA io odio il terzo incomodo pure se fa comodo. odio le traidi. odio le tre api della mia foto: succhiano lo stesso succo. non si amano i triangoli. non si succhiano i triangoli. e sto giubotto mi fa più figo.

"E' quello che sai che ti uccide o è quello che non sai
a mentire alle mani, al cuore, ai reni"

20091009

precis'azioni

Più che di potenza estetica, parlerei di forza estatica.
Più che di attrazione fatale, parlerei di baratro accoglente.
Più che di colmare un vuoto, parlerei di completare un quadro.
Più che di fruizione dell'inconscio, parlerei di evidenze negate.
Più che di occultare la verità, parlerei di palesare l'istinto.
Più che di custodire un segreto, parlerei di sguainare un sogno.

20091003

o notte dove vai, ti avevo detto no!

per fortuna sto smettendo di, e tra poco comincerò un corso intensivo di. ho il cuore in frantumi per non poter svelare il, e so che quello che sto per fare non ha troppo. data la situazione che come sempre (imprudentemente) vado a creare con la mia eccessiva, ho pensato di non. sarà per me una grande sofferenza e farò finta che nulla sarà. ma troppe persone hanno visto una fioritura prematura ed io le ho sempre. non mi resta che salutare, perchè non sono capace di, e soprattutto perchè forse ho trovato l'immensa forza che si nasconde in. perchè non metterla in circolo è una domanda che lecita mi si, ma purtroppo la bellezza è invadente e questo sentimento emozionale non reisco più a.(E poi è scomoda la).

---

odio la pena, le senetenze, la penuria dell' azione. tarpo le ali al fottuto giovane illuso che giocava con le piume e con la cera. se lo vedo in volo gli sparo a vista. e perdonami se non aprirò il vaso, ma sono distinto dalla gente con istinto. sadica paura e gioia del risveglio, sta qui con me, non mi lasciare, fatti volere, desiderare. vorrei giocare a nascondino, alla caccia al tesoro, vorrei comprirti d'oro. giocare al dottore, al farmacita, vorrei provare la conquista. l'ebrezza del coprifuoco e la vita dentro al viaggio. vorrei trovar coraggio.

per donami.
Adieu, anzi adieux.

20091002

πίθος

non faccio parte di queste realtà. di questi miscugli. di questi mozzafiato incontri e bisbigli che devìano il mio per-corso.

una tintura di iodio senza di me. cosa rimane? i coglioni pieni dell'ermetismo e degli artifici e della retorica e delle parole e delle potenzialità e soprattutto della teoria sui magneti da applicare alle persone.

(il mio organo hardcuore cita nuovi busillis da dedicare: brùciati o bruciàti?)

fattelo dire scrittore di tabù su lavagne nere: es stultior asino !

cop & rtina

sono infantile, giovane e anziano. ho dimenticato d'essere adolescente e mai sarò adulto.

vi salvo il biglietto, signori cari, e di ogni ruga vostra sarà favella. come quelle della possessione, dell'amore eterno e della gratitudine. la spalla forte l'un dell'altra siete, timorosi del mondo intorno a voi, amanti dei giorni vivi ancor. "grazie bambino".

e me ne vado lucente.

20090930

il sesso e la città

non sono di casa i telefilm. non sono in casa perchè giro un telefilm. non guardo i telefilm sulla tv di casa. vivo dentro un telefilm e sono senza casa. non guardo i telefilm neppure fuori casa.

prevenzione e preconcetti, è un fatto di natura. e saggezza millenaria dentro ai baci perugina. ma in ogni ovvietà si nasconde un briciolo di verità. "la verità è ricurva". e dunque capita che nella semplicità d'una citazione letta, si trovi una chiave di risposta ad una domanda che mi sono sempre posto senza trovar soluzione, neppure aforistica.

"Forse certe donne non sono fatte per essere domate, forse hanno bisogno di restare libere finché non trovano qualcuno di altrettanto selvaggio con cui correre."

20090929

quasi come se non ci fosse che

tutto qui dentro vola. vola. e vola! lascio stare le reminiscenze di incubi futuri. e vola e vola !

E tutta la città
correva incontro a noi.
Il buio ci trovò vicini
un ristorante e poi.

20090928

la poesia sta nei fatti

di zafferano i caseggiati contro i verdi germogli del mattino, sotto il cabralino azzurro, sopra il saturo color del flusso.

i comizi alla pescheria. i vinili in saldo. i grembiuli unti. i concerti aperti. le luci della riva che fanno il sesso duro coi riflessi del blu mare. e poi ci sono infiniti rimandi e nuove coincidenze. conoscenze in comune, del comune lucano. e un ricordo febile che non fa male, ma non ancora è miele. il resto è fuori onda, sui grifoni. capogiro, afonia, lacerazioni da fare invidia a cristo nel deserto. i suoi quaranta giorni e le mie quaranta ore. lui però non doveva tornare in macchina. e confucio che fa gli anni, spengo una candela in suo onore. i cessi pubblici e le case sul porto, tifano samp. le bandiere allo stadio e il mio incredulo delirio. abbiamo schiacciato il biscione, papà. non c'è bisogno che cadano gli aerei, ci sono io, che talismano. alla crocerossa chiedo un laccio emostatico. non è per la spada, è sicuro, non è per la spada, ve lo giuro. poi torno al vizio vecchio, quello maligno e controverso. rare volte ritorna, volte rare, e girare. senza pensare.

20090924

chilo-metraggio

e la musica inflazionata e troppo conosciuta emoziona ancora, e alcune citazioni di telefilm idioti sono incredibilmente sagge, quanto quelle dei film impegnati; e i ritornelli stupidi che fan ridere, e i coretti del pop che non ti lasciano, e le stigmate sulle ginocchia, e le borse senza soldi sotto gli occhi. ma domani andrò. perchè oggi sono oltre. e altrove dormirò. sotto un lampione d'oro, con il sapore delle cicche al lampone dei quindici anni in bocca.

20090922

spè.

da tempo non parlo e cucio una piccola morte quotidiana. e lasciamo stare erik satie perchè l'hanno chiamata donna comune ed il mio moralismo perverso deve riordinarsi. e poi lasciamo stare anche quel cappello di paglia sulla fotografia e glio occhi orientali e la bici vecchia, perchè la stagione delle foglie cadenti ha un sapore troppo amaro, Noto. e di nuovo lasciamo stare le convenzioni, e far finta che del passato non può importare, che una persona appena conosciuta nasce oggi e non ha scuri ieri decadenti. e lasciamo stare che sono pronto ad instaurare una relazione seria con il platano che piange sul villoresi e che ospita la mia graziellabella molte di queste notti. e poi c'è chi va in slovenia e chi mi scrive da berlino. e anche chi ci andrà tra poco. ed io che non voglio nessuno perchè sono niente. odio le lamentele e la gente che si piange addosso. bisogna disperarsi soli, sul fiume, dopo aver passato un esame in modo casuale, dopo aver creduto negli astri, nelle volontà divine, nei discorsi degli spazzini alle 5 del mattino, quando cerco di spiegargli che io lavoro più di loro, senza paga, e mi sento ridere in faccia. poi la luna detta legge, e fa gustare l'unico catrame che adoro respirare. detto male e maledetto se bestemmio contro questa vita, che tanto mi dà, che non si fa raccogliere. e pensare che la gente che giudica mi chiama compiaciuta, sincera vede il mio futuro sopra i palchi, che ci può giurare, che se solo imparassi bene, con quei testi e quella portanza bestiale e quella musica... ci sarebbe solo da aspettare. ma che ne sanno però dei santi tira-pugni, delle strade salate, dei guizzi del fato amoroso, e delle "madonne anoressiche"?

20090911

è difficile.

oh! quel nom sur ses lèvres muettes trasaille?

20090907

autentico sud'ore

il successo ti bussa alla porta ma entra dal retro. sudore celebre, sguardo metafisico, movenze gitane. eccomi, sono io, qui sopra. sulle labbra una canzone e negli occhi lo splendore di un pensiero molto chiaro, un pò anomalo davvero. mai l'amor fu più palese, giocando a scacchi mi prese, m'accarezzò e poi mi stese. alzano le mani per noi, ballano, cantano, fotografano, esultano. esultano ed esultano. qualche adulto si commuove, c'è chi invece è allibito, per il vestito, per un sogno proibito. poi sulla terrazza un problema nasce ed il fremito mi prende.

E spiegatemi cosa sia un "obo". l'obo non esiste. è una sgrammatica sentenza significante. che bello. quanti cuori si spezzeranno quella sera, c'è di dice due tre quattro o pure nessuno. perderei in ogni caso qualcosa. o forse prima d'allora avrò già violentato Cupido, frivolo stronzetto. (?)

segui ciò che senti, o ciò che senti non ti seguirà.

20090831

un libro in faccia fa da spunto

sopra ad un rigurgito multimediale, una giovane ricciola scrisse saggezza che sbriciola. forse sto cavallo tra le onde, sull'ellisse dei due fuochi, sono l'acqua tra le sponde. fatto certo, riconosco, nel carisma trovo il posto. ora qui l'evoluzione, stesso senso in nuove parole.

Esistono due tipologie di persone carismatiche. la prima tipologia riguarda coloro i quali riescono - grazie alle loro doti dialettiche, ironiche, eccentriche (...), a rimanere il centro dell'attenzione per lungo tempo. sono quelli più conosciuti e che spesso tacciano grida silenziose sputando fuori la gioia e la simpatia che sanno narrare, con una coinvolgente empatia. hanno visto tanto, e tanto parlano, perchè piacevoli sono i loro discorsi se viva è la curiosità di chi li ascolta. poi c'è la seconda tipologia di carisma. riguarda quelle persone assai silenti, che nascondo dentro sè mondi infiniti e gioie ricolme di attesa. sono i più affascinanti. sono quelle persone che riescono a leggere la triste solitudine dei primi. la loro presenza è la pace dei sensi di quei banditi urlanti. loro sono la malattia e la cura dell'eccentrico da strapazzo. vedono tanto e parlano poco. ma sanno amare e soffrire proprio come i primi. la distanza che troviamo tra i due è colmata dallo stridere dei loro contradditori equilibri. parlano la stessa lingua, ma usano grammatiche diverse.

ti darò un appuntamento immaginario e ci troveremo sul confine del mio sogno.
manca poco.

20090828

te l'han detto tutti quanti

due pacche sulle spalle ed il primo due di picche. io anelavo alle due pecche. in questa notte adolescenziale, non mi ha fatto male lo smacco della brilla respinta. perchè la vita è troppo breve per mangiare male, citando un ristorante della città eterna. ed è altrettanto breve per passarla ad odiare, aggiungo io. anni addietro e l'amor perduto, quel che hai dato e ricevuto. lo sguardovo vedovo d'un giovane corsaro. ho bisogno di bruciar città e brucare campagne. ma sono felice e questa notte ti sognerò. il mio corpo è un fascio di amorcontrario. ma sempre amore resta. amara mente. "quando batte un pò ti sole dove ci contavi un pò, e la vita è un più forte del tuo dirle ancora no..."

20090827

samba

internet point. zebre a pois. scarpette vintage! un origamo ed un orgasmo polmonare. e le scarpette vintage! ù ù ù

20090826

tout disparaîtra

"Génétique en bandoulière, des chromosomes dans l'atmosphèr, des taxis pour les galaxies, et mon tapis volant dis?" mi fanno male i sospiri. domani questa città sarà d'un altro calore. fiocchi di luce sopra di me, un progresso lineare, un equilibrio in movimento. spero mi potrai capire, se scappo dall'orsa maggiore, affamata com'è. e giro e godo e sfioro quello che potrà essere. e poi basta. ma non basta. un lavoro. una laurea. una cultura. che ti potranno tornare utili per i giorni cattivi. quelli dove l'affetto sarà solo un verbo e la corsa avrà il sapore dell'affanno. ma che fanno i vecchi alla stazione, se non devono partire? e come mai le ferrovie dello stato esistono ancora? è un mondo nuovo, questo qui. nella natura nei gioni di fieno od in quelli di neve, nei cumuli nebbiosi o nelle cupe giostre d'aria fredda. intorno a me la gioia di vivere c'è. si cela dietro le parole, è posteggiata in divieto, forse per farsi notare. aspettami che arrivo. Le Vent Nous Portera.

20090825

ultimo piano (forte)

stavo pensando che per essere alcolizzati al nord bisogna essere ricchi. nel sud italia, invece, basta la buona volontà. tu sei smagrita e t'aggiri di bianco vestita. giovedì non mi basterà guardare tra le gambe accavallate. apperò l'aperol. the terminal ha bisogno del mio contributo immaginario. ci vediamo presto.

20090823

"I don't wonder who is right or is wrong"

pensavo che il colore blu ed il rosso fossero inutili. invece insieme sanno crere qualcosa che irradia e risana. e adesso scorre nelle vene.

vedi! non sai il suo nome ma conosci i suoi elementi! sei la donna dell'arte, non la conosci ma ne fai parte! Nel mio monolocale ci vuole fantasia ed un briciolo d'amore. senza saperlo ci siam sempre conosciuti. i nostri discorsi sull'attrito come forma di contatto, sull'odioamore circolare, sul rapporto come patto. sei il colore che dà gioia, l'armonia contro la noia. danzi e balli su te stessa perchè la musica in te è riflessa. conosci quel film e quella canzone, vuoi scherzare? il vino e la droga hanno fetto letale. e la confusione dei sussurri, e la frustrazione di un violento, e l'amore di un vigneto. saccheggiando le mie rime e violentando il mio decreto. prima di conoscerti ero in preda alla sindrome dell'implosione. un vuoto che scoppiava dentro. adesso invece è come un'esplosione, cigolio che preannuncia il più grande dei fragori.

l'acqua fredda di questo fiume puro scorre veloce come goccia sul muro.

e la notte silente, nel buio, si sente.

e poi c'è un piccolo regalo dolce, perchè nell'orecchio adesso c'è una pulce.

pastéis de nata

São Jorge prega per me. fammi mordere la luce. Vasco da Gama stuzzica vana curiositas che il viaggiator possiede. al caprichos la farina tra le dita, panzerotti e tanti sughi, un estate non finita. brilla la luna sul balcone, brillano i tetti e le persone, brilla la città dai colori vivi, brillano sul fiume del pianto i miei rivi. fernando mi perdonerà se sconosciuta è la sua lingua. "Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso."

Enchanté

Parigi e la camera obscura. di verde e rosso mi facesti felice, dalle ali alate e occhi accesi come fenice. i tuoi palazzi e i bistrò conosco ormai ma quest'anno t'amai come non mai. sei giorni ed un bacio di Lione mi fecero scordare quanto il vento faccia male.

20090802

sarebbe

ma cosa volete capire, voi. che non conoscete il mattino e tormentate la notte. che abiurate l'anima. che parlate d'america e automobili. che spegnete candeline. qui c'è il nefasto risveglio chimico di chi non sa più sentire. e poi naufraga nell'imbuto dei suoi dubbi. però vive e cammina senza disturbi. in questa nuova stagione di autostoppisti di professione, tra lisbona e parigi magari troverò una canzone inascoltata e sarò libero di soffiarmi il naso con le foglie di platano. e poi magari ti trovo davanti. ti trovo chi?

20090719

BARare

caro psicologo,
ho un morbo assai grave, che mi turba e mi perseguita. facendo un breve resoconto delle donne che in quest'ultimo periodo hanno saputo portar festa ai miei sensi o hanno attirato il mio desiderio, non è stato difficile accorgersi del filo conduttore che le lega tutte quante. in primo luogo una forma di pensare contorta. ma forse questo è il motivo per cui ho provato attrazione. in secondo luogo posso sostenere che il loro atteggiamento snob le contraddistingue. un altro aspetto che ahimè non posso che riportare è il loro interesse verso uomini assai più grandi di loro (credendo che alla mia giovane età 10 anni di differenza siano tanti). una ultima e drammatica annotazione riguarda il loro impiego serale. tutte e quattro fanno le bariste. vede, carissimo dottore, non è compito mio analizzarmi (a questo ci penserà lei, che oltre a svolgere un lavoro inutile e strapagato deve anche trovare qualcosa da fare) ma credo di avere qualche strana forma di attrazione verso il bancone del bar. premettendo di non essere mai stato un gran bevitore e di non aver conosciuto nessuna delle quattro sul luogo si lavoro (che strazio se così fosse stato!) devo dirle con sincerità come passo ora le mie serate. appena dopo cena, inpugno il volante della mia automobile e mi dirigo verso la barista più lontana, così da poter lasciare le altre sulla strada del ritorno. dopo 60 km di strada mi avvicino al bancone e faccio finta di non riconoscerla, la saluto e ordino un amaro con il ghiaccio. non mi siedo, ma vado fuori, e la spio attraverso la vetrata. poi aspetto il momento di fare qualcosa, mi aggrego a persone sconosciute o fingo d'aspettare qualcuno. ma finisco con il sentirmi ridicolo e dopo un nuovo amaro vado via, senza pretendere un saluto. sulla strada del ritorno sono felice, perchè ho dato relativa quiete alla mia frenesia. e perchè ho avuto la conferma del mio spiacevole stato mentale. al km 30 devo svoltare verso la città e salutare la numero 2, quello che ho illuso e che non mi sento di lasciare. dopo 25 minuti di ricerca, trovo un glorioso parcheggio sul marciapiede, vicino la stazione e, con l'abitudine di un sacerdote sull'altare, saluto la ricciola che - chissà come - mi aspettava, come quasi ogni sera. io la faccio sentire importante, e dopo tutto quello che c'è stato non le so dire addio, ma questo, mi creda, penso sia solo perchè adoro essere bramato, telefonato, cercato. non posso dirle che sono lì per lei, perchè mentirei. non posso dire che sono lì per caso, perchè sarei buffo e poco credibile. non posso dirle proprio nulla, perchè non ho la più pallida idea del motivo per il quale io sia solo, davanti a un bancone, ad ordinare una birra ghiacciata e a sentirmi rimprovevare. a sentirmi vomitare addosso tutta la verità che già so. che sparisco in continuazione, che uso le persone, che non le rispetto. che le inganno. dice sempre così. allora, convinto che per qualche arcano motivo io mi voglia far del male in ogni caso, esco di corsa dopo aver pagato, perchè penso che, in ogni caso, non sia giusto tormentare una donna che mi rincorre e che mi ha di fronte solo per servirmi (e detto così, caro il mio psicologo, può sembrare buffo, visto poi che le lascio pure la mancia). di ritorno, ascolto alabama song, e credo che la mia seduta settimanale in questo studio debba diventare giornaliera. arrivando dopo una trentina di minuti davanti al terzo bar, il buio è ormai una coperta calda, e la gente fresca dell'estate invade le strade della cittadina. io entro la guardo e subito dopo abbasso lo sguardo senza scompormi. dopo le domande di rito, il capo sala le ricorda l'ordinazione del tavolo tot. io, dopo avergli augurato la morte, mi vado a sedere. una bella ragazza mi si avvicina con professionale gentilezza e mi chiede cosa gradisco da bere. io le rispondo "niente, grazie". poi le guardo il lato b allontanarsi da me, mentre il briciolo di cervello rimasto suggerisce ai miei impulsi che probabilmente non serve peggiorare la situazione (la mia). appena liberatasi dal servizio altrui la "mia" barista si dirige verso di me con la solita birra tedesca. vuole far vedere che mi conosce, che ci tiene. è una ragazza orgogliosa, signor analista, e non vuole farmi vedere quanto la faccio soffrire. ma so che mi vorrebbe stramazzato a terra. e lo vorrei anche io, mi creda, ma mi rendo conto che la mia situazione non è delle migliori. qualche anno fa sognavo di poter scegliere. adesso la situazione è diversa. io scelgo giorno per giorno, ma la mattina dopo non sono certo di aver scelto giusto. è per questo che mi chiamano irrispettoso e maledetto. ma non lo faccio per volontà o cattiveria. cerco di essere vero e sincero. ma dato che non sempre la penso allo stesso modo, lei capirà, molto spesso sembro contraddirmi, dato che l'io di domani non la penserà come l'io di oggi. e perdoni il mio gioco di parole. mi dirgo verso il bagno e penso che forse l'amore non esiste e se esiste dura poco. dura il tempo di una media chiara, mi dico. barcollando, piano piano verso l'uscita, i miei pensieri si fanno artificiosi e confusi, e mi prende come un attacco di malinconia. penso a quale sia la donna giusta, se esista una donna giusta per me. se esista qualcosa che raffreddi il mio malessere imperante. se magari, proprio tra quelle rincorse o che rincorrono, si possa nascondere la divina risposta. allora mi avvicino alla spillatrice ed in punta di piedi mi avvicino alla suddetta barista. smak, un bacio sulla fronte e un "ci vediamo presto". e come sono stronzo, e chi mi credo di essere con un bacio sulla fronte, e perchè mi sono perso nel parcheggio? domande senza una risposta plausibile. ormai sono le ore 2.00 e sarà meglio affrettarsi, onde evitare la chiusura del mio ultimo obiettivo. singhiozzando arrivo come un razzo a cielo aperto nel mio locale numero quattro. devo tenere sempre il fascino dell'uomo solitario, e nascondere il mio stato emotivo e alcolico, mi dico convinto. lei mi sorride, perchè da qualche giorno sono un nuovo cliente. io le sorrido e mi scuso per l'orario, visto che stava per chiudere. vedo nei suoi occhi molta curiosità nei miei confronti, ma non so ancora dire se anche qualche forma di attrazione. settimana scorsa l'ho incrociata ad un concerto, con un uomo di almeno dieci anni più grande, vestito in maniera casual e giovanillima. il desiderio è, a paree mio, come una giostra, e trova nel giro la sua goduria. quando si ferma, e i carillon si possono toccare, tutta l'adrenalina che prima era la linfa di quel desiderio diventa un'anonima serenità, troppo quotidiana per essere speciale. per questo motivo, mio paziente analista, faccio finta di non avere interesse palese verso l'intigante banconiera e la saluto con un cenno di capo furtivo.

vede dottore,
forse i miei problemi dipendono solamente dall'alcol.

e nulla più.

20090716

cry baby. honey, welcome back home

e non mi chiedere perchè ho fatto della mia casa un eremo. c'è chi fa l'artista e poi vive, poi c'è chi vive ad arte. credo che tu ami gli stronzi. i fetenti. i delinquenti. i mentitori. però sai mettere da parte l'orgoglio. torna a prenderti i pantaloncini, se ti ricordi. io sono la menzogna. ma non si può amare la menzogna, capisci? drastico. ho imparato a guidare treni-solo-amdata e ne vado fiero. il cuore mio è punk, il mio cervello è blues. i miei polmoni sono rock. il mio fegato è folk. tu invece sei solo stupida. e non sai nemmeno che faccio 120 km al giorno solo per vedere uno stomaco sazio, un cesso occupato, una nuvola satura. poi ballo il ritmo della novità, ma torno senza oro, a casa da solo. e quando mi sveglio mi fanno male i fianchi e i talloni. ma tu sei lì che mi aspetti. ed io che non ti scopo più. e poi dico che la stupida sei tu.

20090707

forse è già mattino e non lo so

eccola, che sorpresa mi scruta, tra caffè e sambuca, si ricorda e si muta. io che mastico le labbra, che sopprimo la rabbia e che ascolto moana. la moana che conobbe pure l'ottavo re di roma. però qui siamo a milano. ed è come temevo, così come m'aspettavo. fuori è meglio. meglio non saperlo. quello mette la mia musica, quella che metterei anche io, pezzo di merda. fabbricando case, lullaby, tenax. poi c'è pure contessa e solitary beach. roba strana e ricercata dentro una tensione scenica. lei che cerca un bacio e tu che nemmeno la guardi. da grande l'uomo si fa bello e piace alle donzelle. ma 13 anni di differenza sono tanti e lei non lo saprà mai. di quello che il potenziale avrebbe fatto di noi. ma la sua vela è spinta da un vento adulto e maturo. conosciuto e mondano. io invece sono spettatore ed annuso le rose, le loro canzoni, le loro atmosfere. emilio il robottino suona il game boy e canta poesia elettronica, mentre lei muove i capelli d'ossigeno e canta ad occhi chiusi. il festival del synth. con l'h finale. tenax tenax tenax. che bravi che siete, poi m'invitate a roma per un dj set ed io mi illumino d'immerso. dentro un futuro da costruire e con qualche conoscenza in più. ci cacciano fuori dal locale perchè l'odore della magnolia nell'aria non c'è più. e non ci sei neppure tu.

20090704

the young man with the carnation

the moment he was in his bed he was seized by a tremendous agitation; he felt that something irreparable had happened to him. mai prima di ora rincorsi qualcuno in questo modo. sempre a rincorre qualcosa, uno stato emotivo, uno stato di grazia, o semplicemente uno stato diverso. ma mai rincorsi qualcuno. la poetessa maledetta, l'attrice fascinosa, la musa della pop art. sono state loro ad inseguirmi, a volermi, mordere via l'orgoglio per ottenermi. ma adesso sono io che rincorro.

ti ho scritto una canzone che dicono essere bella come le altre ma un pochino più semplice. forse perchè ti ho visto per meno di un'ora e m'hai illuminato da allora. o perchè l'ho scritta in 10 minuti. o forse solo perchè sei bella tu e magari le muse non sarebbero cagate da nessuno senza i poeti, ed i poeti vivrebbero a metà senza di loro. o si impiccherebbero prima della metà.

e pensare che eri brilla alle 11 di mattina. ma non brillavi di solo alcol. e sorridevi ma sembravi volutamente distante. perchè tu conosci questocodestoequello ed io in confronto chi cazzo sono. e dio benedica il gpl e maledica le distanze, pensando che se un pieno costa poco se faccio 3 pieni in due giorni è comunque tanto. e li faccio solo per venire a vedere dove lavori e poi dove abiti, e tu che non ti fai trovare, ed il tuo superiore già mi conosce e il tuo portinaio già mi odia. volevo solo dire che il vento fa giri circolari e che la magnolia è un fiore solitario caratterizzato da una copiosa fioritura estiva. io però ti manderò un mazzo di garofani perchè il destino me l'ha suggerito e perchè i suoi frutti se non mi sbaglio hanno tantissimi semi. quelli che mi servono.

la mancanza tua di me, è il mio campo bombardato. un letargo senza tana, un racconto senza trama.

la mia curiosità, non ha nessun mandato. è esigenza di sapere, se Cupido ha fatto bene.

20090625

una cipollina chiara

io e te, amica cara, apparteniamo alla stessa famiglia: l'Allium Cepa. gli strati ci fanno coperta, gli strati ci danno sagacia. preveniamo il freddo, sbucciamo lacrime adesso che fa caldo. proveniamo da una pianta antica e biennale, immagazziniamo nel bulbo la meglio sostanza. la utiliazziamo l'anno dopo, fieri del nostro sviluppo fiorale. siamo depurativi, amica bella, e mai sdolcinati, perchè se ci vogliono ci devo sfrattare dalla nostra pianta, dal nostro amaro mondo d'amor perduto. nessuno rischia il diabete, con noi si va tranquilli. nessuno ci decanta, ma nessun sa viver senza. è il destino di chi vive pienamente. il nostro profumo ricorda mondi distanti, il nostro sapore è una delizia cattiva. lascia odori da combattere, perchè non siamo maturi e forti come come i carciofi, noi non pungiamo, non facciamo male, ma facciamo piangere. facciamo piangere ma non facciamo male. adesso ce ne andiamo al mare senò ce ne andiamo ammale.

20090621

fattore yoko ono

ieri sembravi 小野 洋子. ma lo sai che i beatles si sono sciolti per colpa delle sue intromissioni?

aosta quest'oggi raccoglie il freddo dell'estate e lo concentra in val di sosta, dov'è parcheggiato il mio cuore, il mio grido, il mio ammazzacaffè. hai ragione, hai ragione tu, mi dò e non pretendo lo stesso dagli altri, non so farmi rispettare e sono troppo buono. dici che mi accontento e non devo farlo. ma se stai zitta tutta sera potevi tornare a casa prima. poi lascio parlare il traffico che lui la strada la sa. speriamo prima che l'esate sia finita ecceteraeccetera, spengo la radio e sorpasso un taxi, che se moriremo lo faremo insieme. poi un pavese respiro fa squillare il cellulare. alle 2 dice che si sente 1 e vuole essere 2. io rispondo credendo d'essere un motto ecologista: "ma piantala". e metto giù l'apparecchio senza cellulite. sogno la paraffina che mi pettini i capeli con un ordine chimico e spero di trovare una coperta per l'estate, ora che tornerò a milano, che farà freddo tra le angurie. poi mi chiedo perchè i cani abbaino e da qualche tempo sembrano odiarmi. la risposta è che non amo più, amore mio.

20090616

idi di giugno

boxer coi bottoni per fermentare l'attesa. fa piano, fa piano Venere maldestra. incapacità congenita di sbottonarti il reggiseno, senza senno incauto d'un Efesto. spegni la sigaretta sul cuscino del motel, perchè fa kult o perchè odi fumare a letto. io che scrivo sullo specchio una poesia alterata e tu che fai il sudoku. ci sono tre ore prima del checkout e non vogliamo sprecarle. perchè i soldi si sudano e spesso si paga per sudare. vedi che strano. poi alle 11 di mattina l'auto e l'orologio chiedono 150 all'ora come una puttana di quelle di lusso, servizio completo, magari con l'aria condizionata e la musica bella. tu ridi e sembri stupida, vuoi un parcheggio isolato ma non mi sono nemmeno ripreso e non ho voglia di gioire e non ho voglia di aspettare una sigaretta nuova. tu che fai finta di offenderti ed io che penso di essere Bruce Willis. peccato il mio amore di plastica ti è oscuro, peccato che sia diventato freddo e distaccato. peccato cosa. ci usiamo e magari ti inganno davvero, magari tu credi qualcosa che io non vedo. magari tu vedi qualcosa che io non credo. magari te lo devo dire, che non vedo niente, che non credo niente, che non ti vedo e me ne frego.


quando si chiamava musa

Oggi il mio cielo brilla, di luce e meraviglia,
senza catrame, senza graffio, senza briglia.
Della tua carne, figlia d'aria, s'è fatto momento
di gioie, di gole, d'ogni tormento.
Voluttuosa la sera, che gode i suoi orizzonti,
che rizza le onde e sfiora i monti,
acqua sorgiva di un vento procace
tempesta furtiva come silenzio loquace.
Ginestra di rupe, che sazia le fami,
che passa nel sangue e pizzica mani,
caotico spazio che tutto racqueta,
inchiostro di ogni poeta
.

20090615

curami

sparati in faccia. ridicola che sei, idiota che sarei. acqua diamante, the secret, la bellezza riunita. orgonite sopra la testa e si radicano i piedi. epigoni nervosi imitano le mie corse mentre gli aeroporti fanno l'appello. che tedio. ma c'è Reich che sussurra verità supposte e Rhonda Byrne che crede d'essere dio. lascia stare le correnti gravitazionali e raccogliti prima d'essere tombino. Il bel Renè mi stringe la mano da lontano. Sa che siamo tutti uguali, sa che dobbiamo morire, magari nei giorni feriali. Quando nessuno ti pensa e tu non hai il tempo di pensarci. Dovresti prestarmi qualche arma, di quelle che sai tu, così da poter evadere anche io da un oblò, e sparare in faccia ai tornenti di chi non osa osare e non ama amare. Ohibò mi serve una camicia di forza. forza e coraggio stavo dicendo.

20090607

anni luce

anni luce amico mio, anni luce da noi. bianconi scuro in volto e distaccato come il maestro insegna. il ferrarese lucido come mai prima, che parla e non la finisce. giuseppe per la gente, fa venire male al dente, d'un sospiro cariato, se ci penso bene. dice che l'ambizione non l'ha mai conosciuta, che succede tutto per caso, ch'è il fato che ti fa l'occhiolino. sembrava spaesato. jack dice che siamo entrambi d'un altro pianeta. che abbiamo lo sguardo che indaga il vuoto. poco prima abbiamo sposato la beat generation che arrivava da 300 km. io la saluto perchè non si sa mai e perchè sono sempre al passo con l'anacronismo. sputo in tasca e chiudo le aspirazione nel tombino più vicino. la novella ci regala cartine lunghe, i cantanti fumano poco. ma fumano. pure fiumani fuma, e non si presenta chisàpperchè. io che lo andavo a vedere come dice sempre lui, come allo zoo, come quando si va a vedere un animale in via di estinzione. tu non c'eri e temevo ti fossi già estinto. razza rara, i cantastorie, faccia amara multe e scorie. 33 gli anni di peppe, 38 gli euro che i vigili m'hanno chiesto per un parcheggio artistico, al centro di un'aiuola in un salvagente. nessuno li capisce, gli artisti.

20090531

il grande bluff

fegato martire. motorino elettrico. da roma vieni su. parco di notte, poche zollette, non c'eri neanche tu. frittata e cipolla, singhiozzo che tiene, vivendo in una bolla. contro gli spigoli fanno male i giorni. amico paracetamolo, tu sì che servi, tu si aiuti, tu sì che esisti. è una realtà che non ti so spiegare. è tutta un'altra realtà.

20090525

tonsille in fiamme per un sax

i veri duri non sopportano il dolore ma fanno finta che sia bugia. hanno uno strato di vanità che stride coi loro mali. il loro essere temprati alla desolante sconfitta, il loro essere forti nella bufera dell'odio. nulla di ciò riguarda il male fisico.

mal di gola e febbre assai. tonsille in fiamme. drogato di medicinali. lo xanax vuole calma, il caffè la violenta. la tachipirina lenisce il dolore e la vodka lo tenta. ma la classe non è alchol, per fortuna. live da strapazzo, mischione che sembra mescalina, ragazzi miei quanti siete, quanto fate fiorire il nostro orgoglio! tavoli che ballano e gente in piedi. quel giorno feci bene a non morire. litri sudati e labbra screpolate. quella ragazza guarda troppo. fotografo bianco e nero, che chiederà consigli sull'autopsia dell'anima, sul coraggio dello scrittore. una coccinella d'autore come dono che arriva dalla strada, i complimenti per la trasmissione asciugano la maglietta bagnata. cipolla e aglio disinfestano il cammino. mi mandi un messaggio notturno sul tuo lavoro e sui tuoi mali. sul mio lavoro e sui miei mali. forse il passamontagna rende il viso più vero. con tutte le stronzate che ne seguono, sulla verità criminale. i video erano degno contorno. scrivo senza seguire la cronologia dell'orologio, perchè sono in imbarazzo con la penna e in disaccordo con la notte. devo tornare ad assaggiare la mattina. devo tornare a citofonare e poi scappare. devo tornare a chiederti conforto e confronto. dobbiamo tornare a crederci.

20090517

(pagano) figlio ama haem

madre che rispondi al telefono e sbandieri la tua verità, ridi e affermi che la vita è bugia, che non sfondo nella musica, perchè sfondo solo femmine. ma cosa dici, cosa dici, dici. ti ho portato dove l'arte la tocchi, dove il riflesso della gioventù ha raccolto il tuo ricordo. dolcezza perduta, celata dentro il tuo battito di ciglia lento, le tue mani che tremano e non sanno più scattare foto. tu che sviluppavi nella camera obscura immagini e partorivi pensieri in bianco e nero. tu che vivi nel ricordo attivo dei tuoi amici e dei parenti come lo specchio della gioia. rimani qui per sempre, così affaticata, così credente, così fedele. rimani qui, fiore raro di umiltà e forza, madre del un pargolo mai cresciuto.

Threesome

torta e cocktlail da non saper fare. buon non compleanno amica lacrimosa. sul divano ménage à trois. fuori le mura ménage à trois più cattivo. macchina piedi fuori, in cima ad un hotel, roba da fanatici, eludere gli allarmi senza le armi. in due sul sedile alla mia destra, alla sinistra i controlli dello stato. la panda che diventa multipla. siete proprio audaci. devi raccimolare pianti per crescere ancora. tu invece sei un pò triste come barca senza prora. ma poi mi abbracciate e mi saltate addosso e mi dite di spingere un pò più. le donne fanno male. le donne portano alla rovina. degli ammortizzatori.

20090516

eccola di nuovo

eri sopra di me e c'era un lungo viaggio da fare. ed un lungo viaggio era stato appena concluso. c'erano lunghi teli bianchi stropicciati, qualche amico che guardava esterefatto. non andavi in fondo alla voluttà, ma la accarezzavi, mi accarezzavi. confusione sovrana. dicevi che godevi qualche volta dentro i bagni, lo dicevi con un sorriso amarissimo, sapevo che qualcosa ti mancava, di me. dicevi che ricordavi tutto e dimenticavi solo per scelta.

20090515

ritardiamo

che arrivismo! la pioggia con i bermuda fioriti. miss universo che fa i cori. afgano e quattro vite in macchina. ho rimescolato le mie carte. i permessi di soggiorno non sono visti turistici: il futuro si apre più vicino. il festival dei baci da vedere ed i tramonti alcolici da evitare. la satiriasi sta gonfiando le cellule cerebrali ma non solo quelle. gli orgasmi intellettuali e le visioni oniriche. dove cazzo sei. dove cazzo sei. non ci vediamo mai.

solo l'assenza sa essere puntuale.

20090512

12 <-> 21

nel giorno della nascita soffia un vento di morte. impicchiamoci sotto il patibolo. puttane di mondo, festeggiatemi allegre, i viaggi migliori sono senza ritorno. una notte di carte che gioca a solitario, una triste faccenda che chiude col sipario. tanti saluti.

20090504

ciliegio

il sole scotta, l'alcol scotta, ebbro non di vento concerto spaziale. vecchi e bambini, altro che moda. caciocavallo e bisogno di latte. 50 persone per noi, 100 persone casuali. tante sorprese ed un piacere immenso. leggìo alato e motivi professionali. oh, che calunnia mezz'ora di grida! cercando casa abbiamo trovato un albero. kebab, gomito in fiamme, fegato demolito. durex nel tombino. mancava una persona dentro la corte, il lavoro impedisce di mangiare fragole. come devo fare, cosa devo fare, chi devo aspettare. nessuno di nessuno è la risposta, spingiamo un pò più in là gli impegni e abbracciamo un pensiero che solletica. e cosa me me ne frega dei diritti d'immagine e della radio, se quando esagero con la velocità non puoi incazzarti, se quando ti svelo le mie voglie non puoi imbarazzarti? la notte porta consiglio, l'attesa dubbio. e sbadiglio.

20090428

verum ipsum factum

l'uso strumentale del dolore. dagli sfoghi una canzone dalla poetica struggente e diretta. bisogna morirci per riuscire? davanti a me vedo il vuoto marcio di un silenzio. lucido, non scorgo presupposti per trovare un posto. che paura che sento, ho i pensieri umidi e gracili, ho le aspettative ancora una volta in ultima posizione. dove troverò adesso, nuovamente, l'indirizzo della gioia? "la forza sta in te" e tutte le altre baggianate che si dicono. pianeta di perdenti e predicatori falliti. non riesco più a gridare. 1300 km in 4 giorni non giustificano un dolore, ma nascondono la confusione di un'eterna rincorsa. su se stessi. ho l'anima deturpata, il cuore reciclato, il cervello pensionato, gli arti affaticati, le parole ripetitive. ripetitive.

la vita è bella, il mondo fa schifo.

BUCA SANTA SO LONG

panda, daini, alchol, male qui.
cosa ne viene fuori da questo lunedì.

Questa pioggia che continua a battere, presuntuosa si lascia cadere, Con l’amaro di un amaro senza ghiaccio, con l’odore di un amore come cruccio. Come bolle di sapone ci facciamo trasportare, ma le bolle di sapone vanno in alto verso il sole Come noi hanno un colore indefinito, come noi hanno un futuro stabilito. Ma le bolle di sapone non le scopri a malincuore, sanno farsi trascinare con il fiato di un bambino, Sanno farsi trascinare dalla brezza del mattino, come bolle di sapone siamo noi. E ti aggrappavi alla camicia mia, con le mani stringevi un’illusione. Ma l’ego vive il vanto e non capiva, ombrello assai minuto se sono due persone. Io invece recitavo come i carmi, come si fa coi sogni Occhi senza scudo e desideri come armi. Il nostro noi che dici loro non sanno capire, il noi più pieno a cui tu non sai ambire E poi c’è l'io che non sa più aspettare definizioni d’unione marginale. E le tue lacrime pesanti, le tue lacrime pesantiq, quelle senza sapone, quelle sì a malincuore Svegliano in me un cinismo criminale, un bisogno che tu non sai saziare. Amici noi, amici chi, amici mai, coi commenti dei presenti, reticenti Un fastidio troppo caldo e troppo vero non può spegnere le rabbie così ardenti. E quei fine settimana che speravo fossero infiniti, sudati, proibiti, che almeno ancora fossero Io non pizzicherò le nubi chiedendo un loro pianto, farò dell’altro, farò dell’altro.


Addio rammarico di tutta la delizia
Addio dolce porzione che smuovevi la mia inerzia
Addio pensiero dorato, dolcezza che ho bramato
Addio amore mio a metà, è questa la realtà.

20090427

giorni a rendere

finasteride, montegen. chat private. cessi pubblici. sei un grande, che belle parole. da bologna. da bologna pure lui che mangia poco e mancava troppo. happy hour. solo hour diciamo. londra, londra senza l'inglese in tasca e con gli amplificatori da stiva. richieste via apparecchio telefonico portatile. un appuntamento dopo il silenzio. sa di sentenza. solitudine che stride? soluzione che ride? l'inizio di una settimana che ha il sapore della disdetta. io spesso arrivo in ritardo, ma le delusioni arrivano puntali. a volte in anticipo. se questa sera troverò il tuo conforto sarò come una nave pronta per partire, sotto le stelle da un porto. se nella sera troverò il rammarico d'una confidenza da gestire con riserva, farò un gran saluto, poi sparirò come sempre capita, sperando serva. i piatti dell'aperitivo sono troppo piccoli per i miei gusti. e gli appuntamenti serali inquietano i pomeriggi che li precedono, ignoranti e curiosi. il wwf tiene aperto il parco in orari assurdi e fuori moda. ma quando scavalco ubriaco e lascio la macchina aperta i daini mi riconoscono e aspettano le mie storie con gli occhi della primavera.

20090425

farewell

andava sciogliendosi come la cera,
andava morendo come muore la sera.
finiva d'un tratto quello che non c'era,
finiva per sempre una storia non vera.

e così, per una crescita da compiere, andò compiendosi la fine d'una storia mai cresciuta.

20090423

monti sabini

il tradimento non ha voce, soltanto sete, mormorai. la sera è trobbo breve, la nostra vita più corta di una sera, sospirai. poi trovai la gloria dentro un boccale, singhiozzai. allora spinsi lo sguardo oltre la rupe, poco distante, mi sorpresi. presi il vento in faccia senza vergogna, mi inebriai. poi feci il bagno nell'acqua di ghiaccio, senza timore, mi reinventai. ancora curioso, senza certezze, mi incamminai. e scelsi di crederci, schiavo della realtà, con lei mi scontrai. poi presi a danzare, senza pensieri, mi ritrovai. e all'angolo della strada un bisbiglio mi strinse la gola, lo ascoltai. diceva che bellezza e verità non sono che ugual cosa, ne dubitai. allora perso e sommesso scrissi sui vuoti, ma non arrivai.

andiamo al mare in macchina io e te, non soltanto io quindi.
andiamo al mare quando mentre gli altri vanno a dormire.
e niente di niente di niente ci toccherà.

20090421

non solo roma piange

Bianconi spesse volte sembra scriva per me soltanto, sembra che nessuno oltre a me possa capire fino in fondo e pienamente quello che intende e sottointende. Ma tralasciando questa mania di protagonismo letterario devo ammettere l'unicità del soggetto toscano nel panorama nostrano. Magari un dì, lontano nei mesi e vicino nei sogni, Luigi Tenco sarà sopra una targhetta d'agento anche in casa mia, perchè mi hanno detto che pochi in questo caos dicono come dico io, che molti ci provano, ma pochi riescono, che molti ci sperano, ma pochi resistono, che molti si vantano, ma pochi poi vincono.

Accendo il giradischi che lui la strada la sa.

"Mi manchi tu, la fantasia, il cinema, l'estate indiana. Mi servi tu, un brivido, il ghiaccio nel Campari soda."

"Fumo un'altra sigaretta, perché è facile buttarsi via, respiro e scrivo, tutto quello che mi manca è un'assurda specie di preghiera, che sembra quasi amore."

20090420

abbiamo R.I.P.reso a vivere

"Tu non sei mio e forse non lo sei mai stato. Sei di altri posti e hai troppe vite. Io sono un pezzo, una porzione di vita. Non voglio essere un pezzo. E se non potrai essere mio io non potrò essere tua mai e allora non sarò di nessun altro, ma mia e basta perché non sono nata per essere un pezzo e basta. Ti odio, sto morendo di dolore. Sei diventato troppo grande per me."

R.I.P.
l'arte del riciclo è un'idiozia. forse nella vita è impossibile cambiare, perchè le persone passano ma i problemi restano identici. sono io l'errore, gestore ingordo di mercato dell'usato!

dicevo l'altra volta che il vino sardo è cattivo e che presto tornerò attivo. domenica mattina sono uscito dall'infanzia e come tutti sanno non attraverserò l'adolescenza. ora è maturità grottesca, quella seria che sa di certezza e autostima, che se ben gestita potrà tornare ad accarezzare la meraviglia e lo stupore di una gioventù che mai morrà. fresco, FRESCO, fresco. fiorito, rimbocco i pensieri e mi gratto le tasche. aspettami, non avremo più bisogno dei venerdì per stare appesi ad un desiderio, non avremo più bisogno di una vacanza per verificare la reciprocità. hey! nuovo tutto, tutto è nuovo.

20090419

chakh le

se guardati da una prospettiva particolare quei due possono avere prospettiva sensazionale. prendere i dubbi e renderli speculari: possono dare soluzioni. c'è un'amarezza profondissima ed una notte a livelli intensi, che trascina la sera fino a quando i canarini del villoresi cantano le ore 6.00. i vostri consigli sono i miei sbadigli! io non ascolto nessuno, e la notte non vuole più le mie pozzanghere. chakh le, ha chakh le, ye raat shahad hai chakh le. però vi amo da dentro i visceri, cantate con me, siete grati, riconoscete l'estro vincente del taxista senza grazia e fate tante altre cose. tante cose piccole che rendono grande la giornata. poi sbatto contro la realtà, e c'è un gran fastidio. come una foglia morta sul tergicristallo. sul tergicristallo.

20090418

flop

altro che gravidanza isterica, altro che dediche, altro che caselli d'autostrada, altro che parcheggi in divieto di sosta. sono il flop assoluto, che troppo fa parlare e dopo lascia muto. un flop. il flop.

20090417

Ljubljana

Erasmo, alleato del destino, grande viaggiatore, cosa stai per fare? porterai via hermano, verso la Slovenia, porterai via per troppo tempo un petalo importante del mio fiore. colui che traduce le sinfonie del mio animo ignorante in danza dello spartito. il suo estro esperto e il mio futuro porterai via! turnisti come avare riserve, scarti. turnisti eccelsi mai pari. vana la mia lagna, t'ho odiato e poi capito, tempo fa. ora invece sei uno spettro ancora più grande, nel mio petto. perchè non vivrò in nessun modo nell'attesa, perchè i miei testi ed il microfono non sono solo vanto. poi ci dicono che roma non è poi così lontana, che i mozziconi spenti a terra invogliano a fumare, che le distanza non contano. non si può essere davvero indipendenti da soli. cervelli in trasmissione. poi mi sveglio nel giorno della novità e leggo un bisbiglio fraterno che bussa dalla città di Pavia. certo non avrà risposte. Erasmo, dicevamo, in uno dei tuoi viaggi potevi anche morire, cazzo.

20090412

i rami nell'acqua non fanno ombra

ragazze, mi fate bene mi fate bere, bere e bene mi fate, oh fate! bologna e firenze concerti non da spettatore, primi agganci. cugina mia tesoro grande, la gioia di vederti. i tuoi disegni sulla sabbia hanno il sapore zingaro che più non posso amare. un lago dolce e tutti nudi dentro, divieto di balneazione. ponte di ferro. piazze di ritornelli e nemmeno mi conoscono. amaro lucano sapore vero. italo-argentino dimagrito assai, e lo sai che sono qui, il peggiore dei maestri che ti insegna come morire per risorgere, amore crudo. poi i discorsi notturni sotto le finestre, i nuovi viaggi da fissare, madrid e biarriz che cercano un posto nei nostri progetti. ieri però quel vestito non m'ha fatto dormire, e non m'ha fatto trovar sonno chi lo indossava. dio quando ha creato la donna pensava a te. giusto per citare ancora il sacro, la teologia da bar dietro la consolle, jesus dagli occhi neri sopra un braccio disegnato dice che dio è troppo grande per essere in una sola religione.

Amen.

20090410

quel punto nero che non se ne va

stanotte eri in una scuola inesistente, m'hai incrociato e portavi gli occhiali, quelli grossi da robot. sulle scale non ci siamo detti niente. è davvero cattivo il tempo, non sa pulire macchie, non sa cucir ferite. dieci tracce e poi chiuderemo tante cose. dieci tracce e tornerò a fuggire. e pensarmi imbecille, in fondo, se gioco a nascondino senza farmi trovare, se il mio corteggiamento è atipico, speciale. ribrezzo masse di mantenuti in camicia che parlano di tecnologia e sport. ribrezzo i figli del vizio che discorrono di esami e lavori part-time. feccia che non siete altro, appartenete al mondo giusto, quello dei veri, quello dei buoni, quello del gusto. io non mi trovo da nessuna parte e ho perso la voglia di cercarmi. come posso trovare te, se nemmeno io conosco il nome mio? spera o spara.

20090407

d'amarti se non sei

un giovedì bresciano ha registrato il nostro demo. ora potrò lavare questa fottuta sciarpa sudicia. una giornata in cuffia. una giornata ed un pacchetto di pall mall blu. finalmente blu. sabato poi si è suonato davanti a quaranta persone. troppa è l'invidia di chi è mancato, troppa è l'ingratitudine dei dimentichi, troppo l'imbarazzo nelle mie tremule gambe, davanti ai presenti. qualche sorpresa, tanti applausi, un dedica chiusa dentro al microfono. gli sguardi senza palco, i primi flash, quaranta sigarette serali, poca birra e tanta adrenalina. qualcuno cantava il ritornello. roba da impazzire. qualcuno abbassava lo sguardo, roba da arrossire. un grazie lungo come la notte ai superstiti, quelli che stanno tra cuore e fegato. poi però torno ad essere quello che sono, una stella senza luce.

uh, cambiando l'artiglieria...

perchè non ti ho rapita?

milano - torino solo andata

una macchina verde speranza ferma senza speranza a Torino. soldi come i sogni, soldi come le vie di fuga, soldi come le possibilità di rimettersi in moto: zero virgola zero. tre sconclusionati ed undici ore di sosta forzata, la mancia di pena, il taxi per l'università chiusa, l'autobus omaggio, la puzza di bruciato, un radiatore morto, il fumo bianco, le fotografie tragicomiche. un carroattrezzi. il tempo va, passano le ore, ma qui nessuno farà più l'amore (almeno in macchina, almeno per un pò di tempo). Chivasso ospita la mia auto, destinata a diventare lattina verdenera. come l'Heineken che amavo tanto qualche anno fa. il treno delle 22 e l'ansia. poi ancora ansia.

20090329

due strade e nessuna direzione

Esistenza rapida: festa mal organizzata. Finti saggi che sputano sentenze, loro che sanno dire "meglio di rimorsi vivere che di rimpianti sopravvivere". Non trovo questa grande differenza. 128 bit e 78 pulsazioni al minuto. Nuovi record ed una forma da costruire con la fama. La radio sussura "distrattamente guardo il cielo e cerco te". Ti ho ferito, forse. Volutamente, forse. La malizia di due corpi nudi e di un bacio furtivo. Fata del peccato torna a casa tua, dimentica le risa e scorda il mio ritornello. Sempre fuggo ciò che amo. Al bivio due son le mie strade. C'è una chiara luce ed un campo da coltivare col desiderio. Qualcosa che fa rima "onore" ma che lo esclude da esso. L'altra sponda è quella dello sbando immediato e vuoto. Qualcosa di facile e salutare, qualcosa di invidiabile. Una strada esclude l'altra.

Perchè non sono nato due?

20090328

cinque & tre

Dove tu piansi forte tanti mesi fa, stamani un omicidio per gelosia ha creato scalpore. Tre ragazzi, un lungo coltello e due ragazze. "Cinque" è un numero dispari. Chinatown era rossa di sangue. Era proprio la via, l'angolo di strada, il marciapiede, dove tu mi vomitasti addosso la mia inutilità e la cattiveria che mi scoppiò in bocca. Dove prendesti a pugni il mio petto e odiasti il mio volto. Chinatown era rossa di rabbia. Stamani mi sono svegliato con un retrogusto di Nero d'Avola, sporco ma profumato. Bacco sta notte ha fatto l'amore. Io giravo disperato, perchè ho scoperto che alla delusione non ci si abitua. Io giravo disperato, perchè ho il sospetto che i miei sospetti abbiano fondamento. Io giravo disperato perchè il suo biondo orgoglio è pari al mio e logora le palpebre. Io giravo disperato perchè anche "tre" è un numero dispari.

20090326

via cavour dalla testa

Nessuno può essere definito "sano di mente". Io adesso ho un'amicizia morbosa dalla quale traggo la semplicità a cui ho sempre aspirato ed una genuina confidenza. E tanti crampi. Tu invece sembri immune ad ogni colpo e sei la regina incontrastata della mia confusione. Posso odiarti? Ti odio già. Questo contorno è disgustoso. Incendierò Ippocrate e tutti i suoi libri. Mi laverò i bianchi sudori con la cenere che rimane. Sono stato ancora una volta accecato dal niente. Un niente umido e sibillino che fa sperare nella condivisione dei giorni. Ma tu sei un niente immeritevole. Sarà meglio imparare bene le mie canzoni, e tirare lo sciacquone.

20090325

caravan

Gli dissi che mi stava andando tutto nel migliore dei modi possibili, che la sua seconda erede era davvero una dolce delizia, che mi sapeva sopportare ma che pur'io avevo gran merito nel riuscire a capirla, ad ascoltarla, a seguirla. Mi stringeva le mani fortemente, aveva gli occhi veri. Forse vedeva in me un ingenuo sentiero senza buche, forse vedeva in me una sorprendente fonte d'energia pulita e cheta. Non potevamo immaginare una fine così rapida, nè pronosticare un saluto così uguale ai passati, ma senza seguenti.

20090324

genovaventunomarzo

Il sale della focaccia. Il sale di quest'acqua. Genova di nuovo. Solitario con la surivive-mobile, nell'attesa di qualcosa che incendi i miei pori. Un caldo nuovo per un'aroma noto. Sei unica sempre, città di porto, mai spenta, ancorata a qualche sospiro. Costante, sul punto di dire qualcosa, tu che vivi verso la Gallia, tu che possiedi le mie speranze ingenue del tempo che non è più, tu che hai sempre significato per me un caduco saluto. Il vento, i gabbiani, le reti. Le luci di Via San Lorenzo, Le ombre della darsena. Tutto fai profumare, perché fai rima con mare.

20090322

"venderemo tutti i cuori all'universo"

"Guardavamo le colline alla frontiera, vorrei stringerti le mani ancora un pò. Dimmi solo che la guerra è già finita, sveglieremo i nostri cuori anche in città...". Quand'è l'ultima volta che il sale toccò le mie gote, per una benavventurata e sconfinata fuga di sensi? Non ricordavo nemmeno come potesse accadere. "Le nuvole non hanno mai paura". E' un fuoco acceso di purezza. E' un indomito volo. E' un animale finalmente libero che può tornare a correre veloce. E' un animale libero. Selvaggio e delicato. Dalla sera fino alla mattina. Dalla mattina fino alla mattina. Sto vivendo. Sto volendo. Non farmi male, ti prego, non farmi male.

La luna, e tu, la notte, più bella, che mai.

20090321

Artic 25°

Tu che chiedi agli amici come ti devi comportare nei miei confronti, loro che non ti sanno dare risposte precise, come fossi un caso clinico dal raro fascino psicopatologico. Io che penso a quando tra pochi giorni inciderò il primo disco e potrò rispettare il patto stipulato col destino, sopra un treno. 600 km per chiudere qualcosa nella maniera che si merita. Con poca prosa ed uno spietato velo. Poi si partirà per Londra, almeno così mi ha fatto intendere il tuo sorriso voluttuoso. Ed al ritorno il caldo ben atteso accopagnerà le serate, mentre sarò il dj dei tuoi passi. Perchè è solo grazie a te che i mesi adessano passano lievi. La follia ingrata di un ricordo non dovrà mai sostituire il marcio di un anno lontano e logoro.

20090320

una porta d'entrata per uscire

Per fortuna esistono i Vampiri di Fine settimana che rallegrano le note stonate di queste giornate. Fare della propria vita un Caberet porta molti riscontri positivi ma non porta da nessun'altra parte. Non porta a nessuna porta. Quello che mi serve (o chi mi serve) si sta nascondendo bene. Ci vorrebbe una porta d'entrata per uscire. Le mattine d'acido lattico sono tutto ciò che rimane, e quello che rimane non può mai essere che un contorno triste, come l'insalata insipida. Cantare, cantare, cantare. Correre e cantare. Non mi aspetto nulla da te perchè ho imparato a prendere senza chiedere, ma se non ti dai più non ti aspetto, pur cambiando aspetto.

20090316

buio marginale

Io, che "appartengo a questo pavimento", io.

Si spegneranno i teoremi. Si accenderà il faro della visibilità, per terrorizzare Cupido, per ucciderlo con una freccia avvelenata. Palline antistress e lavamani antibatterici. Esci dai miei sogni, lo chiedo in ginocchio. E' corruzione sentimentale. E' poesia d'autore.

Il meteo è il programma più seguito. Metereopatici di convenienza. Che la primavera stia arrivando lo sento dagli ormoni.

Dal balcone la notte parla di un singhiozzo in sospensione e di una vita dalle stelle in saldo. Ho paura. Ho paura. Ho paura.

20090315

e adesso ti chiudo fuori

Mocassini in finta pelle e una camicia aderente per un matrimonio dovuto. Banchetto di chilometri e poi Club di compagni e Pampero. L'amico con qualche anno in più ed una donna in meno. Le mie teorie sull'amore. Che se dovesse rinascere qualcosa di autentico e grande non potrà mai farlo dalla merda, perché se è vero che dai diamanti non nasce niente, nemmeno dal letame. Per i fiori dovrai aspettare piogge feconde e nuovi semi, poi forse dal letame nascerà qualcosa di buono.

Un messaggio che non arriva. Echi invadenti di parole passate ma presenti. Parabiago-paranoia torna all'ovile. Come quando un comico azzecca le battute che incendiano il pubblico, così è stato per me saltarti addosso e sentirmi un po' animale nella tua complicità. Ma non basta.
Perché poi, dopo le masturbazioni celebrali, ti domandi: "E adesso?". Perché poi, dopo la grandine riparatoria dell'alcol, ti domandi: "E adesso?". Perché poi, dopo gli appuntamenti settimanali di vana gloria, ti domandi: "E adesso?".
Non basta più la saltuarietà. Meglio chiuderti fuori prima che sia troppo tardi. "Hey Playgirl". Sai benissimo quanto l'assenza danneggi le mie periferiche. Giocare con i miei desideri non appartiene ai tuoi diritti. Come nemmeno farti inseguire. Ahiaiaiaiai cantava.

20090308

"lascia stare il vestito"

Ora dalla Tahilandia, amico grande, mi scrivi "sii te stesso" con un fottuto apparecchio telematico. Quando tornerai, me lo prometto, avrò già saggiato quella meraviglia di cui tanto parli, il seme della verità, null'altro che vivere senza orologio nè ombrello, vivere fino in fondo, affamato di passione.

Intanto ieri noi altri due abbiamo glorificato la giarrettiera e la benzina da usare per i finti zippo e per incendiare tutti i miei sentieri vuoti. L'autoradio sembrava conoscerci: "non cambiare discorso, dai non scherzare". Non confidarmi desideri e voleri, se non vuoi davvero rischiare d'ottenere quel che cerchi. La casa in comune, la casa in affitto. Quanta responabilità si cela dietro un cambiamento? Perdona la quiete. Questa settimana sfoltirò la barba e laverò l'automobile. Poi sarai mia. O mai.

20090307

5.13

Camaleonte con gravi problemi d'adattamento. Saturo, bevitore di pioggia e fedele compagno dionisiaco, che oggi stesso vi abbandona dopo pochi mesi di convivenza, per tornare sulla sua via solitaria e fantasiosa. Non me ne vogliate! Guardandosi un pò da vicino, quasi sobrio, s'è accorto di rischiare fin troppo con questo tipo di rapporto: la sua crescita. Si sente profondo come una pozzanghera, da qualche tempo, senza dubbio una pozzanghera alcolica poco affascinante e con storie riciclate.

Un altro congedo. Anche questo, fiore fiero dell'egocentrismo di un arrivista che non s'arrende.

20090306

la Martina di Lorenzo

Quanto sono banali ed inuti gli aforismi sulla vita. Ma la mia convinzione metaforica è che la vità sia una raccolta di cortometraggi girati da un inesperto regista (sperando non diventi mai un archivio).

Sette minuti per scegliere il gusto del gelato. Oltre alla stracciatella (punto fisso, che ricorda l'infanzia mai finita), il rosa fresco della fragola invogliava le papille gustative che rincorrevano un'estate anticipata, mentre il verde speranzoso del pistacchio illuminava i miei occhi che da sempre cercano completamento. Se esci con i soldi contati non puoi permetterti tre gusti. Che difficoltà vivere.

Perchè scegliere comporta sempre una rinuncia?

La coda alle mie spalle pareva una folla affamata per la prima volta in una gelateria. Il dipendente sotto pagato e fuori stagione era spazientito. Io mi affretto e con drammatica e poco lucida concretezza esclamo: Stracciatella e... Caffè.

20090305

la ragazza dell'imput

Stavo pensando che non ti ho mai avuta fino in fondo. Ragazza dell'imput, è per questo che sarai per sempre mia! Che bello sapersi confidenti e senza remore. Che bello sapersi pronti a scivolare sulle reciproche lacrime. Tu sarai sempre un pò bambina, come bambino sarò sempre anche io, e andrai avanti a sentire i miei misfatti, a citare film che non ho visto, a rallegrare le giornate cupe e cieche della semplicità che mi manca, mentre io andrò avanti a viaggiare, portandoti sempre un pò dentro, perchè è con te che il viaggio si è fatto esigenza.

20090304

implodo

Il tuo trucco sa di Xanax, le mie masturbazioni mentali ne sono il condimento. Desideri alluvionati ! Gli ippopotami sbuffano perchè eccitati. Io per mancanza di eccitazione.

Victor

Portava folte basette e sprecava parole all'aria, ogni tanto. Gloria al Padre al Figlio e al Vin santo. Aveva l'inclinazione ed il gusto per l'infinito e per gli spazi sconfinati, ma non disdegnava affatto le grandi metropoli. Era infatti lì che poteva icontrare padri del deserto divenuti apostati, ricchi signori che sposavano l'arte del compromesso e poveri di professione sempre così grati alla vita. Ed ogni volta che dogane e confini lo interrogavano lui fiero di sè sapeva dire: "Tengo algo que declarar". Senza mai aggiungere dell'altro.

20090303

inopinabile beltà

Era infatti il momento in cui ogni uomo, nella mia condizione, sarebbe stato accecato dall'ispirazione e ne sarebbe stato travolto, senza una solida difesa. La città a quell'ora risplendeva ed io, solo con quel tuo profumo, rimasi sorpreso dalla bellezza che qualche ora prima ci catturò. La notte che ci fece velario spinse via la solitudine presunta ed un anonimo parco divenne l'Eden tanto atteso.
Quell'aroma e quei lembi delicati, le mani tremole e le socchiuse palpebre, fanno tutt'insieme la prova lampante che l'indipendenza sia solo una vigliacca e troppo comoda consolazione.

20090302

della tua menzogna

Ti odio. Ti odio come più non è conosciuto.
" che sarà mai ! "

20090301

Bambulè

<< Parlarono per ore di amore e psichiatria, Melarancia poi gli disse: "Hai fantasia!" >>

La sicerità delle azioni che supera quella delle parole. Acta non Verba. Fanculo agli intellettuali e alle canzoni serie. Ma come sei dolce, come sei dolce, come sei dolce. Bisogna dirlo.

20090228

¿ Es peligroso bucear aqui ?

Barcelona. Quello che doveva essere solamente un chiodo sta divenendo pian piano martello.

Discorsi spagnoli ebbri di San Gria sostituiscono quelli milanesi del San Buca. Proteggete le parole dell'amore che esonda e irradia, proteggete le donne incinte e i miei sguardi di confuso imbarazzo. Proteggeteci tutti. Proteggete gli amori finiti e quelli finti, proteggete le mature ansie e i ricordi di questa vita giovane. Proteggeteci tutti.

Gaudì, l'LSD e i baffi di Mirò. Case-chiuse sempre aperte e preghiere a pagamento. Folli di parco: siesta perenne di saggezza. Flauto traverso per le membra, fiuti alcolici e fiumi di singhiozzi. Che dolore. Valanghe di libidine compressa. Se si vuole smettere di giocare bisogna mettersi in gioco.

Vulva di ghiaccio, non ti accompagnerò più a fumare.

Poi le carte ci portano al porto, le luci del cielo lasciano spazio a quelle elettriche. Fasulle come le mie pretese rossoblù.

20090218

scegliere: privilegio infame

L'abbondanza è ora un miracolo reale e maledetto.

Destino che hai portato tutta questa grazia, spingine un pò verso giorni lontani, verso i giorni che saranno di magra. Sono solito esser fascinoso nelle prime parole - incantatore di serpi - e amabile immagine fin dai primi sguardi. Poi - con puntualità - eccomi a rincorrere. Ma guardami ora, prima di incalzare, mirabilmente rincorso. Fiore raro, conteso, idealizzato.

Quante siete adesso? Briciole d'oro sul mio cammino, ho due mani per raccogliervi, ma una sola tasca per riporvi.

20090217

diciassette febbraio

ora che spensierata, viva, scopabile, giovane, limpida e vera
ora che lontana, fresca, notturna, libera, fumatrice e vogliosa
ti ripresenti nella mente per colpa del calendario,
ricorda quegli occhi tristi che amavi tanto,
lo sguardo da delinquente che nessun'altro potrà mai avere,
l'armonia incostante e perfetta che il nostro amore era.

20090215

riassunto

partire di continuo per cercare qualcosa di nascosto. tornare soddisfatti per aver saggiato l'aria d'un nuovo posto. giovedì scorso è già passato. era sesso di plastica ed immotivato. il sesso forse è sempre immotivato. divertissmant. divertissmant. ora puntiamo su noi stessi. due giorni fa le colline illuminate mi hanno riportato indietro di anni. le luci del lago non si sono viste ma i cigni sanno che sono tra i miei prediletti. dopo aver superato con problemi logistici un esame di logica il mondo pare gaio. viva la vita nei lettori multimediali. poi è arrivato il giorno prima del riposo di Dio nella creazione. e c'è stata ricrezione. ballate ubriache con gli amici della scuola-riformatorio e nuove cagne. ma voglio lacrime serie da spendere. e nuovi occhi da odiare. forse la tua freddezza è sfrenata voglia di avere me. di notte mi hai detto che attendi qualcuno che ti cambi la vita. ma era solo un sogno. almeno così mi pare.

20090214

quattordici febbraio

Quelle beautè à couper le souffle ! Dupuis cet instant elle effaca de mon esprit toute autre femme.

20090213

finalmente abbiamo vibrato al buio

"Chi si vergogna, t'assicuro, ben riesce".
Infatti mi guarda e si sveste.

(onda fresca dopo tormenta funesta)

salvataggio in corso

I delitti del mosaico hanno ucciso le tue attese, piantagioni di tabacco e valli di catrame sono tutto ciò che rimane. Troppe le monete per l'ammenda, ma variopinti boschi perduti fan sì che non s'arrenda. Ai confini della rabbia d'un cappio ovattato, al limite del profumo, in un posto desolato. Le rime cupe di perversione, vermiglie dottrine e stolti tralicci, granai assopiti di sguardi terrosi... piange il fanciullo dagli occhi tenebrosi. Alla miseria e all'odio affida il suo tesoro, al grido muto d'un saluto al quale restò appeso. E quanta malizia: una foto sopra il letto. E quanta ingiustizia: arrotonare per difetto.

Ma tu, talento d'oro, non sprecare i giorni dentro al condizionale, non ascoltare ancora quelle voci d'esilio, fa fiorire il mondo e crea strabilio.

Ella chiuse il libro senza piangere.

20090209

quando

quando ero fradicio e finivo prima di tutti di giocare e rubavo il profumo e portavo da casa lo spazzolino da denti e il dentifricio e ti trovavo seduta sulle tue gambe che mi aspettavi mentre leggevi un libro con troppa cultura e facevi finta di non vedermi.