20090324

genovaventunomarzo

Il sale della focaccia. Il sale di quest'acqua. Genova di nuovo. Solitario con la surivive-mobile, nell'attesa di qualcosa che incendi i miei pori. Un caldo nuovo per un'aroma noto. Sei unica sempre, città di porto, mai spenta, ancorata a qualche sospiro. Costante, sul punto di dire qualcosa, tu che vivi verso la Gallia, tu che possiedi le mie speranze ingenue del tempo che non è più, tu che hai sempre significato per me un caduco saluto. Il vento, i gabbiani, le reti. Le luci di Via San Lorenzo, Le ombre della darsena. Tutto fai profumare, perché fai rima con mare.