20091103

j'ai un cœur qui sait quand il a raison...

o forse hai ragione tu? a cedere senza apparente morale alle lusinghe dell'età, della libertà, della possibilità. come sempre accade tutto mi scappa dalle mani, sgretola e dimentica le mie ali. come sempre accade tutto mi finisce dentro all'odio disumano di un rimorso. eppure - forse - la mia esitazione è stata sinonimo di ricchezza e fortuna. avrei mai potuto scorgere, nel delirio in cui mi sarei trovato, tanta beltà? avrei potuto capire, se fossi caduto, le nuove ferite del libertinaggio, che mi avrebbero fatto soffrire in nuove forme? ora sarà bello, sarà, non incontrarci più. il mio gusto per i contorni e per gli schemi. per la sorpresa che cela pretesa. mah, un'altra rondine fatta fuggire nella mala stagione. una rondine diversa da tutte le altre, per leggerezza, leggiadria e grazia. uno spirito arrendevole come il mio non avrebbe resistito due giorni. nemmeno in quelli della inutile e futile "frequentazione" (sia oggi maledetto il corpo e lo spirito del quinquennio aureo, della rivoluzione francese, della rivoluzione studentesca e di ogni forma di libertà dei costumi). non mi frega un cazzo del "bello", parliamoci chiaro. almeno non quello fine a se stesso, sia inteso. io ho bisogno di legami, anche se fingo di respingerli. e possiedo un gusto sadico che paleso soltanto nel salutare.

è stato bello quel che è stato, in fondo è stato tanto, non è stato niente.

"ho messo le mani in tasca
e ho sputato sulla tavola"