20091021

mercoledì mattina

10 km di sudore. uscire la mattina a predere le nuvole. le facoltà anacronistiche. il vizio del fumo che va fuori moda. la macchina fotografica senza garage. il diaframma ottico, il diaframma muscolo, i diaframma che sembrano conoscermi. il canto come scienza e la siccità come condanna. le balle di fieno che non ci sono più, i bar che compiono gli anni, i festival elettronici, i concerti da andarci da solo, nessuno da accompagnare. le gite fuori porta, lo shopping come patologia maschile, le canzoni senza senso del gruppo di bergamo. il ricordo un pò tossico della parola "mostriccio". l'inverno che arriva, l'inverno che già c'era, l'inverno da prendere a calci negli stinchi e mandarlo via. le saggezze urbane e le mie teorie del "se mi vuole solo violentare a me non basta". il titolo da perbenista-moralista-succube.di.me.stesso da difendere gelosamente. le auto-citazioni ("la mia paura che ti sembra distacco"); le citazioni in auto ("vorrei dare un nuovo nome, nuova linfa a tutto quel che c'è"). vassoi pieni d'uva verde e viola da mangiare appena lavata. fresca da far contrasto col caldo pungente dei caloriferi. e poi leggo gli antichi greci perchè gli appartengo pure io. ed uno di loro viene analizzatto in maniera da far digrignare i denti e rizzare i peli.

"Eccellente è l'azione che ha in se stessa il suo fine, che cela in sè null'altro che l'azione stessa"

forse era questo che intendevano dirmi quando m'hanno chiamato statega, calcolatore, poco impulsivo, troppo previdente, che si preclude la gioia delle sfumature e non morde il presente perchè ondeggia banalmente tra passato e futuro.